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IL PAGELLONE Punti di (s)vista sul massimo campionato italiano di calcio

Nuovo appuntamento per la rubrica di GazzettaGiallorossa.it, che ha il compito di analizzare il meglio e il peggio della giornata calcistica, tra top e flop.

Jorge Jesus
Jorge Jesus

VOTO 0 ARRESTATE QUELL’UOMO

Per lo zero settimanale questa volta travalichiamo i confini nostrani ed andiamo diretti in Portogallo analizzando quanto accaduto al povero Jorge  Jesus, tecnico del Benfica, prossimo avversario della Juventus nelle semifinali di Europa League, e fresco vincitore del suo secondo titolo alla guida delle Aquile Rosse (33esimo totale), dopo il successo della stagione 2009-2010. L’allenatore portoghese è stato infatti goffamente scambiato per un tifoso e fermato da un poliziotto durante i festeggiamenti per la conquista dello scudetto prima di essere tempestivamente lasciato pochi secondi dopo appena evidenziata la clamorosa gaffe. Per fortuna niente a che vedere con quanto accaduto allo stesso allenatore nella trasferta di Guimaraes quando, i tifosi degli ospiti, dopo la vittoria per 0-1, hanno invaso il campo in maniera pacifica venendo prontamente fermati dalla Polizia intervenuta per interrompere l’invasione, e con Jorge Jesus, alfiere dell’opposizione nel tentativo di evitare l’arresto di un tifoso portato a sua volta negli spogliatoi e dopo l’identificazione denunciato per condotta violenta e resistenza a pubblico ufficiale. Il braccio dormiente della legge. 

Marko Livaja
Marko Livaja

VOTO 1 QUANTO CE PIACE CHIACCHIERA’

La Dea di Colantuono sarebbe comunque stata segnalata nei voti negativi di questo pagellone pasquale (terza sconfitta consecutiva in altrettante uscite), ma quello che ha fatto l’attaccante di proprietà dell’inter Marko Livaja a seguito dei fischi ricevuti al momento della sostituzione nella gara poi persa contro il Verona, entra di diritto, e senza passare dal via, nella top 5 delle cazzate più grosse che una calciatore possa fare. E nella stragrande maggioranza dei casi, le cazzate dei giocatori e dei tifosi (ci mettiamo anche loro), esprimono insulti razziali (“Venite in Croazia con me…Italiani Bastardi”) o sfoghi gratuiti indirizzati a colleghi (“Mauri arrestato e gioca: vergogna”) e non, comunicati spesso mediante un social network: vedi l’altro caso della settimana con il botta e risposta tra Meggiorini e il centrocampista laziale con le accuse del granata a quest’ultimo per il pendente caso calcioscommesse. Lo diciamo da tempo, ma le cose non cambiano: è ora di darsi tutti una bella regolata. Che faccio? Devo pja a’cucchiarella.  

 

Rafa Benitez
Rafa Benitez

VOTO 2 BENITEZ E LA FARSA NAPOLETANA

Il Napoli infrange gli ultimi deboli sogni di raggiungere il secondo posto (-14 dalla Roma di Garcia) allo stadio Friuli contro un’Udinese priva di Di Natale. Senza Higuain e Mertens la qualità media del gruppo scende vertiginosamente (Zapata buono per l’interregionale) e le giocate di Insigne e Callejon, ancora a bersaglio, non possono bastare; se poi ci si mette anche Reina con errori banali come quello che porta al pareggio di Fernandes (viziato da un fuorigioco) tutto diventa più difficile. Il tecnico spagnolo getta la maschera e ammette: “Abbiamo parlato tanto dei problemi relativi ai nostri cali di tensione ma evidentemente il dialogo non è bastato. L’anno prossimo dovremo cambiare mentalità, bisogna giocare per vincere tutte le partite o non si va lontano”. De Laurentiis è noto per la scarsa pazienza e la finale di Coppa Italia con la Fiorentina sa di sparti acque. “A che bell’ò café…Sulo a Napule ‘o ssanno fá…”. 

Aldo Spinelli
Aldo Spinelli

VOTO 3 CHE CONFUSIONE A LIVORNO

Sconfitti dal redivivo Milan di Clarence Seedorf, oltre che ad una condanna definitiva e anticipata alla Serie B, la gara contro i rossoneri comporta al povero Livorno anche la cacciata tempestiva e sicuramente fruttuosa di Mimmi Di Carlo, a favore del ritorno dell’esonerato figliol prodigo Davide Nicola; autore nella passata stagione della fantastica cavalcata promozione. Per la serie se non sono matti non ce li vogliamo. Sceneggiatore da Oscar della pellicola l’appena ritornato, ed ora nuovamente prossimo all’addio alla massima serie, presidente degli amaranto Aldo Spinelli. Assoluto mattatore negli anni passati di scelte calcistiche e non incomprensibili: come quella di presentarsi al Picchi con indosso un’appariscente e orribile K-Way di colore giallo canarino. A parziale scusante della scelta del patron toscano il magro bottino dell’ex Chievo con 3 vittorie in 15 incontri dal suo esordio datato 21 gennaio. Fatti, non Spinelli. 

Antonio Cassano
Antonio Cassano

VOTO 4 PAURA DAL DISCHETTO CASSANO

Nel match clou per la lotta all’Europa League la spunta l’Inter di Mazzarri grazie ad una prova autorevole nella ripresa. La possibilità di menare per primo però (a proposito di knock out game tanto di moda) capita ai ducali con il calcio di rigore procurato ingenuamente da Samuel per atterramento di Parolo (sarebbe stato sacrosanto il secondo giallo). Dagli 11 metri si presente Fantantonio con la speranza di rinverdire il record di gol ai nerazzurri, sua vittima preferita nella massima serie. Destro a chiudere sul primo palo e respinta d’istinto di Handanovic che con la complicità del legno respinge oltre la linea. Secondo rigore parato dall’estremo sloveno dopo quello di domenica scorsa a Marassi battuto da Maxi Lopez. Sotto lo sguardo severo dei Ct Prandelli e Zaccheroni non il miglior modo di riprendere dopo lo stage della Nazionale appena concluso. Nino non aver paura…

Focaccia Genovese
Focaccia Genovese

VOTO 5 LE GENOVESI VANNO COSI’ COSI’

Altalenante il rendimento della squadra guidata da Sinisa Mihajlovic capace di clamorosi exploit positivi, vedi il 5-0 rifilato al Verona di Mandorlini un paio di settimane fa, così come di cadute fragorose: in evidenza la casalinga quaterna neroazzurra della scorsa settimana e la sconfitta in quel di Catania di quest’ultimo turno. Dello stesso tenore anche il periodo recente della squadra allenata da Gasperini, giunta alla quarta debacle consecutiva, questa volta con il Cagliari, dopo le partite perse contro Verona, Milan e Torino. Nella gara del Massimino ai blucerchiati non basta il super gol messo a segno da Okaka con una grande azione personale per battere un Catania tutt’altro che impavido e nuovamente vittorioso in casa dopo 2 mesi, mentre al Grifone, l’isolatissimo Gilardino, non può da solo, togliere ogni volta le castagne da fuoco: nella gara interna contro i sardi a portare in vantaggio i padroni di casa è infatti, il sorprendente De Maio. Il tutto prima della rimontata (grazie all’aiuto di una difesa rossoblu ballerina), firmata dalle reti di Sau e Ibarbo. Fugassa alla genovese. 

Panagiotis Tachtsidis
Panagiotis Tachtsidis

VOTO 6 IL DERBY PERSONALE DI PANAGIOTIS

Il centrocampista greco, passato senza troppe fortune all’ombra del Colosseo (pupillo del Maestro boemo), si erge a paladino assoluto nel pirotecnico pareggio dell’Olimpico tra Lazio e Torino. Oltre ai soliti Candreva e Immobile, sempre pronti a lasciare lo zampino (belli sia il cucchiaio dal dischetto dell’ala biancoceleste, sia il bolide in area di Super Ciro) è proprio l’ex del Catania, appena subentrato dalla panchina, ha riequilibrare un match che sembrava indirizzato verso gli uomini di Reja. Al 22′ del secondo tempo, su un calcio d’angolo battuto da El Kaddouri, arriva il piattone sinistro nell’angolo alla destra di Berisha per il momentaneo 2-2. Un momento di protagonismo all’interno del duello a distanza tra Mauri (primo marcatore) e Meggiorini, dopo le polemiche nel pre-partita sul calcioscommesse, in uno stadio che gli aveva riservato soprattutto fischi. Revenge. 

Iturbe
Iturbe

VOTO 7 ITURBE MONTA IL KIT POLINI RACING

Forse ispirato dalle gesta di Gareth Bale (visti gli scenari di mercato probabile futuro compagno al Real Madrid) il fenomeno argentino con passaporto paraguaiano mette il turbo in quel di Bergamo per stendere l’Atalanta e portare l’Hellas alle soglie dei 50 punti. Il primo squillo del numero 15 arriva dopo una  sgroppata centrale, uno scambio stretto con Marquinho e una conclusione secca verso la porta di Consigli; palla centrale e respinta del portiere nerazzurro. Nella seconda frazione, dopo il fantastico gol di Donati con un meraviglioso tiro da fuori area che sblocca la contesa, con il campo aperto a disposizione, le progressioni con il motorino di “Juan el terrible” spaccano in due la mediana della Dea, facendo impazzire Yepes e Benalouane. A coronamento del tutto arriva lo strappo decisivo che porta al raddoppio di Toni, servito con un comodo assist nonostante l’infortunio. Venti milioni saranno anche troppi ma le caratteristiche sono davvero uniche. Quattrocentista. 

Sebastian Leto
Sebastian Leto

VOTO 8 J.J. LETHO

L’omonimo o quasi (con un h in meno) del noto pilota finlandese di F1 dei primi anni ’90, sfodera un’acrobazia formidabile al Massimino contro la Sampdoria. Dopo aver fallito una comoda occasione su assist di Plasil, il giocatore argentino si coordina alla perfezione sul tocco di testa di Peruzzi e inchioda Fiorillo con la classica “Bicicletta” stilisticamente perfetta. Il Catania si scioglie dopo la prodezza del suo trascinatore e interrompe la serie nera di sei sconfitte consecutive, infliggendo invece la terza delusione ai Mihajlovic boys. 2-1 alle pendici dell’Etna e piccole fiammelle di speranza per una salvezza che dista cinque punti a quattro giornate dal termine. Virtuoso.

Paul Pogba
Paul Pogba

VOTO 9 L’ENNESIMO RECORD SBRICIOLATO DALLA JUVE

Alla squadra sempre affamata di Conte, basta un gol di Pogba nella ripresa per chiudere la pratica Bologna; i felsinei si presentano allo Juventus Stadium con il chiaro intento di portare a casa un pareggio importante soprattutto in ottica salvezza. L’intento prefissato però, non riesce agli uomini di Ballardini, incastrati e beffati dalla gran botta da fuori del centrocampista francese architrave ormai fondamentale nello scacchiere tattico dell’allenatore pugliese. Vittoria casalinga numero 17 (su 17 gare) per la Vecchia Signora vincolata dall’obbligo morale di ottenere il tanto agognato 30esimo scudetto sul campo e felice nel farlo battendo lo storico record del Grande Torino ottenuto nella stagione 1947-1948, fermo a 16 successi consecutivi. Mobbastaveramenteperò.  

Vecchie maniere
Vecchie maniere

VOTO 10 NA PASQUA COL SOLEE…VOI METTE

Non c’entra niente col pagellone e non c’entra nulla con il pallone, o forse sì: me ricordo le scampagnate de nà vorta. Se partiva tutti cò nà serie infinita de macchine formando nà colonna romana fatta de goliardia, risate e ricerca della felicità. Se cercava de raggiunge er posto più bello, lontano e sconosciuto a tutti, ma alla fine da tutti inevitabilmente trovato e raggiunto. Arivati ar punto se pjava er pallone de corsa dal bagagliaio, lo si metteva sotto braccio, e non se aiutava a scarica niente dalla macchina: manco quella etichettata come la borsa dei ragazzini. La più leggera. L’obiettivo unico era trovare una buon campo spazio temporale: un rettangolo immaginario dalla linee di fondo regolamentate su 4 felpe (due per porta), falli laterali inesistenti e discese sulla fascia capaci di spingerti così lontano da intralciare e scomodare con doppie finte e dribbling, allo stesso momento, due comunioni, na rimpatriata tra amici, tre gite fori porta e na finale mondiale. Sì. Na Finale Mondiale. Perchè alla fin fine la spensieratezza, l’ingenuità e la gioia de quell’anni, te portavano così lontano fino a giocatte na finale. Vecchie maniere.

A cura di Papi&Piccinini

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