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GAZZETTA DELLO SPORT Là dietro è davvero una Roma da scudetto

Maicon Benatia De Sanctis
Maicon Benatia De Sanctis

(M.Calabresi) Centodieci, senza lode. Anzi, con più infamia che lode. In due anni di Roma americana, ma sarebbe meglio dire asturiana (prima) e zemaniana (poi), c’è quel 110 che fa spavento: centodieci, come i gol subiti in due stagioni disgraziate (54 con Luis Enrique, 56 con Zeman e Andreazzoli) chiuse senza accesso all’Europa e neppure la scorciatoia della Coppa Italia. Come abbia fatto Rudi Garcia a raccogliere le macerie di quella difesa e farla diventare la meno battuta del campionato, se lo chiedono in parecchi, eppure ci è riuscito. Se oggi il Psg (proprio la squadra che vorrebbe Pjanic e ha fatto un pensierino pure su Garcia) subirà almeno un gol a Sochaux, quella della Roma sarà, da sola, la difesa meno battuta d’Europa, considerando i cinque campionati maggiori. Roma e Psg (19 gol subiti) meglio del Bayern, delle spagnole e delle inglesi, con il Benfica che di reti ne ha incassate solo 15 ma ha sette partite in meno. Benfica già campione di Portogallo e già in Champions, sognando anche lo scherzetto alla Juventus, più facile di quello che ancora sogna Garcia.

Campione d’Italia La media della Roma è di 0,543 reti subite per gara, che si abbassa (0,33) per la Roma dalla difesa tutta brasiliana. Dall’infortunio di Benatia (6 aprile), solo Migliaccio a Roma-Atalanta già ipotecata ha battuto De Sanctis, che ieri ha chiuso con la porta inviolata la 21ª partita su 35, superando il record della Roma di Capello stagione 2003-2004 (20). Senza il marocchino, il «padrone della difesa» (copyright Garcia) è stato Castan, un altro giocatore rispetto allo scorso anno. Antonio Carlos Zago, nella sua breve esperienza a Trigoria come assistente di Zeman, aveva conosciuto la versione peggiore:«Ci ha messo un anno ad adattarsi al calcio italiano, ma stiamo vedendo un giocatore straordinario». Che sta guidando anche Rafael Toloi: «Conosco Toloi dai tempi del Goias – ancora Zago –. Era partito benissimo, poi ha avuto un calo, ma ora sta facendo bene. Per me è un motivo di soddisfazione vedere la difesa della Roma brasiliana e così forte. Mi fa tornare con la mente ai miei tempi…».

Esterni Quando brasiliano era anche l’esterno destro, Cafu, come Maicon: «È un giocatore perfetto per Roma. Ha bisogno della pressione per esaltarsi: a Manchester forse era troppo tranquillo, qui non gli ho mai visto perdere la concentrazione». Dove c’era Candela, ora c’è Dodò, che nelle ultime settimane si è ripreso il posto che a marzo era stato di Romagnoli: «A 18 anni, Dodò in Brasile era considerato uno dei terzini più forti in circolazione, e credo che ancora lo sia, in Brasile ma non solo. Tecnicamente è fortissimo, gli ci vuole solo ancora un po’ di tempo e di continuità». Dodò, come tutti i giocatori della Roma, non vede l’ora di giocare la Champions: non per questo, però, il brasiliano è volato a Barcellona per trascorrere il weekend lasciato libero da Garcia (martedì la ripresa a Trigoria), anzi si è rilassato guardando il doppio di Fognini, sconfitto 6-2 6-0. Chissà se però Dodò oggi ha in programma anche un giro al Camp Nou, magari gli verrà voglia di rendersi conto di cosa lo aspetta tra qualche mese.

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