LEGGO.IT Stadio, porte chiuse al Campidoglio

Marino e Pallotta

(F. Pasqualetti) – Doveva essere una presentazione in grande stile. Nel cuore di Roma. In Campidoglio. Tutto era stato definito nei minimi dettagli: dalla sala (Protomoteca grande), all’orario (alle 12), alla data (il 26 marzo). Ma, a una settimana dall’evento, tutto è saltato: la presentazione dello stadio dell’As Roma non sarà in Comune, ma – molto probabilmente – si terrà negli spazi espositivi del Macro. Per evitare polemiche la strategia è stata quella di additare la colpa della mancata concessione della Protomoteca alla visita di Obama a Roma. I più hanno creduto a questa tesi che, però, non è assolutamente veritiera. O meglio: il presidente degli Stati uniti il 26 mattina sarò in giro per Roma ma le sue visite saranno chirurgiche (incontrerà l’ambasciatore Usa a Villa Taverna, poi si sposterà al Quirinale per la visita al presidente Napolitano e al premier Renzi e correrà con la sua scorta formata da 26 auto all’aeroporto di Ciampino dove l’attende l’air force One per riportarlo in America). Ma allora per quale è il motivo della disdetta del Colle capitolino? Semplice: aprendo le porte del Campidoglio Marino avrebbe avallto di fatto il progetto stadio. Una scelta che l’Amministrazione non ha voluto percorrere, anche perché – secondo fonti molto vicine al sindaco – il piano non rispecchierebbe in pieno l’idea del primo cittadino: troppe le cubature commerciali annesse all’impianto sportivo, pochi gli spazi dedicati al Comune e una forte incognita legata alle infrastrutture collegate al progetto. D’altronde Marino era stato chiaro – e di questo gliene va dato atto – sin dall’inizio: per realizzare lo stadio a Tor di Valle erano necessari interventi importanti di ammodernamento della ferrovia Roma-Lido (che oggi somiglia a un tradotta da far west), nuovi svincoli e messa in sicurezza di via del Mare e Ostiense e un’uscita dedicata da modificare sul Gra. Insomma, soldi pesanti che vanno a sommarsi alla camera di espansione da realizzare sugli argini del Tevere per evitare l’allagamento in caso di piena (i terreni dove dovrebbe esser edificato lo stadio, ricordiamolo, sono sotto il livello del fiume). Ecco allora che, in un altra location lontana dal Campidoglio, Marino sarebbe ospite e non protagonista: potrebbe dunque esprimere critiche senza il vincolo di aver apposto il cappello su un progetto, al momento, ancora incognito. Ciò che preoccupa, oltre alle porte del Campidoglio chiuse, sono le parole del presidente di Eur spa, Pierluigi Borghini: «Lo stadio a Tor di Valle? Io non ci cre- do, non ci credo più. Però mi sarebbe piaciuto tanto».

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