IL TEMPO La Lega si schiera con i club contestati

Maurizio Beretta

(G.Cherubini) «La contestazione? La Lega prenderà una posizione a breve». Lo aveva annunciato il presidente Lotito l’altro ieri e, a distanza di 24 ore, il massimo organo calcistico è sceso in campo a difesa delle società italiane.

È bastato un giorno di attesa, Beretta si è schierato al fianco del patron biancoceleste, nessun riferimento preciso, ma l’attacco è chiaro a tutti: «Azioni di boicottaggio delle presenze negli stadi». La protesta «Libera la Lazio» è nel mirino della Lega, il comunicato parla chiaro: «Denunciamo la gravissima violazione dei diritti delle società sportive ad essa associate, che viene attuata da alcune tifoserie le quali, accampando imprecisati diritti di proprietà “morale”, pongono in essere azioni tese a danneggiare i club, le squadre e i calciatori».

Il dissenso c’è da tempo, è scattato ufficialmente dopo la cessione di Hernanes, la goccia che in casa Lazio ha fatto traboccare il vaso: «Alcune società sono sottoposte ad una vera e propria aggressione, non solo morale, che incide sulla serenità dell’ambiente e sulla capacità di generare risorse da reinvestire negli stessi club. E questo avviene, ad esempio, con azioni di boicottaggio delle presenze negli stadi o con l’esibizione di cori e striscioni al solo fine di provocare sanzioni a danno delle società sportive».

E poi l’ultimo annuncio: «La Lega Serie A richiama tutte le componenti del mondo del calcio a operare nel rispetto di civile convivenza, e si impegna ad intervenire attivamente nella difesa del prestigio del calcio nazionale, dei suoi club, dei suoi dirigenti e della parte sana della tifoseria. Invita tutte le società sportive a mobilitarsi nella difesa del loro ruolo come fonte di spettacolo, di sport e di competizione». Da oggi dunque occhi puntati su tutti gli stadi, Olimpico in modo particolare: «Invitiamo le Autorità preposte a difendere l’autonomia ed il prestigio dei club sportivi e a contrastare con decisione gli attacchi organizzati che assumano forme degenerate e inaccettabili».

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