IL PAGELLONE Punti di (s)vista sul massimo campionato italiano di calcio

Nuovo appuntamento per la rubrica di GazzettaGiallorossa.it, che ha il compito di analizzare il meglio e il peggio della giornata calcistica, tra top e flop.

Striscione Lazio

VOTO 0 LAZIO SENZA (DIS)SENSO

Errori a profusione per la banda Reja nella gara interna contro l’Atalanta condizionata dall’ennesima presa di posizione (giusta) del tifo laziale nei confronti della dirigenza capitanata da Lotito, tutt’altro che Schettino, e sempre più convinto nel mantenere saldo tra le proprie mani il comando della Lazio: per buona pace di tutti i tifosi pronti a gioire per un eventuale e sperato cambio di rotta. Appena 1000 i tagliandi venduti per la gara contro la Dea, persa meritatamente complice il gol di Moralez, l’espulsione per doppio giallo di Candreva, e lo scempio ortografico esposto con un lungo striscione poi prontamente coperto: “L’amore per la Lazio supera il dissenzo con il Presidente”. Buona l’idea, malissimo l’ortografia: voto 0.  

Marco Motta

VOTO 1 RIGORI MOTTA 

Partita complicata per il Genoa in quel di Verona, contro un Chievo affamato di punti salvezza. A rendere tutto più difficile il vantaggio iniziale di Paloschi dal dischetto per fallo di Konate su Stoian. Gilardino e compagni provano a ribaltare la situazione chiudendo i clivensi nella propria metà campo, riuscendo al 90′ a coronare la giusta rimonta con l’infallibile attaccante della nazionale (171 in A) magistrale nell’avvitarsi in piena area sugli sviluppi di un calcio d’angolo, facendosi beffe dei due uomini in marcatura. Gasperini non fa però in tempo a gioire che è costretto a lasciare il campo tra mille improperi. Questa volta più che all’arbitro Gervasoni la colpa è da attribuire allo sciagurato terzino ex Juventus, maldestro e spregiudicato nel mettere una mano in faccia a Lazarevic proprio sotto gli occhi del direttore di gara, concedendo il secondo penalty di giornata e la vittoria ai gialloblù. Idiozie. 

Seedorf

VOTO 2 GAMBERO SEEDORF

Più che parlare di passo indietro o passo falso (come fatto dal tecnico olandese nel post partita) si potrebbe parlare dei mancati passi avanti. Contro l’Udinese il Milan incappa nella seconda sconfitta consecutiva, uscendo forse definitivamente dalla lotta per la qualificazione in Europa League. Con uno sguardo all’impegno Champions con l’Atletico Madrid, Seedorf manda in campo molte riserve, lasciando fuori gente come Kakà, Balotelli (entrato nel finale ma ancora dolorante alla spalla) e Taraabt. L’atteggiamento dei rossoneri è bello a vedersi ma non produce i risultati sperati, specie se lo devi mettere in pratica con Birsa e Honda, sempre più oggetto misterioso. Ad approfittare dei mancati equilibri è il solito Di Natale che su assist di Fernandes realizza il gol decisivo. Rifondation. 

Juventus Twitter

VOTO 3 SOCIAL JUVENTUS

Come si suol dire a Carnevale ogni scherzo vale, ma il tweet bianconero postato dal profilo ufficiale della squadra torinese al termine della vittoria di misura sulla Fiorentina, di certo non avrà fatto ridere i gigliati in vista del doppio impegno valevole per gli ottavi di finale di Europa League; primo round giovedì alle ore 21:00 allo Juventus Stadium. “Buona la Fiorentina a pranzo. Ci rivediamo fra quattro giorni, per cena“, questo il messaggio della Vecchia Signora per un turno europeo tutto da gustare. Facendo attenzione però che le gare con i Viola non risultino indigeste alla squadra di Conte come già successo nell’incredibile rimonta della Fiorentina nella sfida del 20 ottobre scorso. Effervescente Brioschi. 

Bologna-Sassuolo

VOTO 4 LA PARTITA DELLA NOIA

Se qualcuno dovesse avere bisogno con un urgenza di combattere l’insonnia e ritrovare il vigore di un tempo grazie ad una bella e sana dormita citofonare in Emilia. Non importa se vi troviate a Bologna o Sassuolo, il risultato è lo stesso: gioco scadente ed emozioni nulle per una partita che tutto sembrava fuorchè un derby. A farla da padrone la paura di non perdere e le disavventure dei due estremi difensori con l’uscita avventata di Pegolo salvata da Cannavaro e la deviazione molto incerta di Curci su un sinistro da fuori di Sansone. Narcotic. 

Matos

VOTO 5 PALOS MATOS 

La Viola di Montella non demerita in quel di Torino, cingendo d’assedio nel concitato finale la compagine bianconera. Con un Mario Gomez ancora a mezzo servizio e costretto a lasciare il campo privo di energie alla mezz’ora della ripresa, il tecnico gigliato inserisce il giovane attaccante brasiliano, paragonato da Pantaleo Corvino (suo scopritore) ad Alexandre Pato. Il numero 30 toscano ha la palla buona ad una manciata di minuti dal termine per riequilibrare la gara, ma spreca incredibilmente. Sul cross proveniente dalla sinistra di Vargas il pallone viene prolungato da Wolski e finisce dritto sulla testa di Ryder, appostato al limite dell’area piccola, che nel tentativo di prendere in contropiede Buffon spedisce dritto sulla traversa. A saperlo prima sarebbe convenuto avere sul rettangolo verde uno come Matri, rimasto a guardare per 90′. Mira(male).

Antonio Cassano

VOTO 6 IL GORDO CASSANO

Purtroppo si sarà lasciato un po’ andare a tavola dopo che il sogno mondiale sembra essere completamente svanito (complimenti vivissimi a Prandelli per le ultime convocazioni), ma anche con qualche chilo di troppo (servirebbe una pancera) resta uno dei migliori prodotti del nostro calcio. Con il Verona tira fuori dal cilindro preziosismi tecnici di assoluto valore, indirizzando il match a suon di assist e magie. La più spettacolare vale il raddoppio di Schelotto per il definitivo 2-0. Rafael si prende confidenze eccessive con i piedi, Fantantonio è fulmineo nello scippargli il pallone e dopo una piroetta su se stesso, lascia partire un  lob liftato a giro da posizione defilata, che bacia il palo e torna utile per l’incornata del “Levriero”. Cose così solo Baggio, Totti e Del Piero…

Rodrigo Palacio

VOTO 7 SEMPRE PALACIO

Durante la sua astinenza da rete l’Inter era calata vistosamente, ora, complice il suo ritorno ad ottimi livelli la squadra guidata da Mazzarri ha inanellato la serie positiva di 3 vittorie e 2 pareggi, mantenendo la quinta posizione in graduatoria ad una sola lunghezza dalla Fiorentina. Tutto grazie ad un Rodrigo Palacio in formato mondiale e castigatore solitario nella gara interna contro il Torino vinta con un colpo di testa beffardo in pallonetto per la sua 12esima marcatura stagionale raggiungendo già alla 27esima giornata il bottino di gol realizzati nella sua prima stagione neroazzurra. Sciolgo le trecce ai cavalli…

Antonio Conte

VOTO 8 14ESIMA SONATA DI CONTE

La corazzata bianconera non molla la presa e prosegue il cammino immacolato allo Juventus Stadium, allungando a 14 la serie di vittorie consecutive davanti ai propri tifosi (si tratta dell’ennesimo record della gestione Conte, eguagliato quello del Torino 1975/1976 della storica coppia Graziani-Pulici). A piegare la Fiorentina per l’ennesimo successo basta una magia di Kwadwo Asamoah, al secondo centro stagionale. Il ghanese, poco prima dell’intervallo, fulmina Neto con una conclusione di destro (piede debole) dopo una preparazione d’alta scuola. Decisiva anche una deviazione dell’inguardabile Pizarro. Invincibili.

Manolo Gabbiadini

VOTO 9 LA CARICA DEI GABBIADINI 

Primo tempo Magdalene. Ripresa in pieno stile Man in Black. Ricordando e parafrasando un grande Corrado Guzzanti nelle parte di Enrico Ghezzi. Il senso sta nel rovescio della medaglia: 45′ di gioco con una sola squadra in campo, il Livorno, amaranto in vantaggio per due reti a zero con la doppietta di Mbaye, e seconda frazione a tinte forti blucerchiate con una rimonta imperiosa in poco più di 30′ di gioco propiziata dalle reti di Kristicic, Ceccherini (aut.), Okaka e Gabbiadini. Quest’ultimo vero mattatore dell’incontro e realizzatore della rete del definitivo 4-2 con un forte sinistro a spiazzare Bardi concludendo così una bella azione di contropiede orchestrata dagli uomini di Sinisa Mihajlovic. Oscar (forse Telegatto). 

Ilaria D’Amico

VOTO 10 ILARIA D’AMICO

In una giornata non proprio speciale per quanto accaduto sui vari campi di gioco ad illuminare la festa è sempre lei, la madrina di tutte le sante domeniche calcistiche. Con un vestito di dubbio gusto in stile marinaretta e forse, più adatto alle sue lussuose e hot gite in barca, rispetto ad una trasmissione calcisticica, la bella conduttrice romana resta la regina indiscussa dei salotti pallonari del Bel Paese. Un raggio di sole in questo primo sprazzo di primavera. Monica Leofreddi

A cura di Papi&Piccinini

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