IL MESSAGGERO Di Francesco, il nemico è un vecchio amico

Eusebio Di Francesco

(M. Ferretti) Eusebio Di Francesco è un abruzzese con il cuore spaccato a metà, mezzo giallo e mezzo rosso.Oggi fa l’allenatore a Sassuolo, e sta cercando disperatamente di non precipitare in Serie B, ma un giorno non molto lontano era sulla panchina della Roma. Non ancora tecnico, non più calciatore ma team manager. Stagione 2005-06, Luciano Spalletti alla guida dei giallorossi ed Eusebio, nascosti in cantina i panni del centrocampista dopo l’esperienza a Perugia, prova a fare il dirigente. Lo fa per bene per un campionato a Trigoria poi, dopo un’avventura senza fortuna al Val di Sangro, non riesce a resistere alla tentazione di tornare in campo. Non più in giacca e cravatta ma di nuovo con la tuta e stavolta un fischietto tra le labbra. Comincia così la sua avventura di tecnico, a Lanciano, a due passi da casa, terza serie, arrivando in Serie A, con il Lecce, nel giro di tre anni e poco più. Un allenatore emergente, si dice così, che in questa stagione è stato prima esonerato (sollevato dall’incarico…) e poi richiamato a furor di popolo per evitare che il Sassuolo, portato in A nella passata estate, scenda al volo di categoria. Oggi all’ora di pranzo (colazione?) l’appuntamento per lui più romantico, perché dall’altra parte della barricata ci saranno un sacco di amici, a cominciare da Francesco Totti, l’idolo di suo figlio Federico che da bambino dormiva con la maglia del Capitano. La Roma non è e non sarà mai una squadra come le altre, per Difra. Il gemello di Tommasi, ricordate?, ai tempi della prima Roma zemaniana. Un (doppio) esempio di altissima professionalità.

ORGOGLIO E SPERANZA

I sentimenti, però, talvolta non hanno motivo di esistere: la Roma oggi come nemico, ma solo a dirlo abbinandolo a Eusebio, fa un pò ridere. «La sconfitta di mercoledì contro la Samp ci ha fatto male ma ora bisogna avere la capacità di reagire contro la Roma. C’è dispiacere per come sono andate le cose, ma non bisogna abbattersi: ci sono sempre meno partite da giocare, ma ci vuole ottimismo, orgoglio. La voglia di scendere in campo e l’amore per questa maglia deve esserci sempre», il suo virgolettato ieri in conferenza-stampa. «Da un punto di vista atletico siamo un pò stanchi e davanti avremo la Roma, cioè una squadra importante: dovremo metterci qualcosa in più, innanzi tutto la cattiveria. La Roma fa il 4-3-3, io non lo so…», aggiunge, pensando alle tante, delicate assenze odierne.

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