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IL MESSAGGERO De Rossi punito, Roma infuriata

De Rossi

(U. Trani) – Tre giornate di stop per De Rossi per aver colpito in faccia Icardi con la mano destra: il giudice sportivo Tosel, utilizzando la prova tv, punisce il centrocampista con la sanzione prevista (e minima) in caso di «condotta violenta» e provoca la reazione furiosa della Roma. Tre turni anche per Juan Jesus (pugno sinistro sulla schiena di Romagnoli). La società giallorossa (come l’Inter) farà ricorso d’urgenza, anche se la mancata convocazione in Nazionale, con Prandelli rapido a mettere in pratica il regolamento interno), non aiuta nel nuovo braccio di ferro. Daniele, dunque, si prepara a saltare il Napoli (domenica al San Paolo), l’Udinese (lunedì 17 marzo all’Olimpico) e il Chievo (sabato 22 marzo al Bentegodi).

DISPOSITIVO INEQUIVOCABILE – Tosel, preso atto che l’episodio è sfuggito all’arbitro Bergonzi e ai suoi collaboratori, ha utilizzato le immagini di Sky per emettere il provvedimento. Il filmato, come sottolinea il giudice sportivo, mostra chiaramente che «De Rossi, nella propria area di rigore particolarmente affollata per l’esecuzione di un calcio di punizione concesso in zona d’attacco alla squadra avversaria, nel contrastare a stretto contatto l’azione di Icardi, appoggiava con veemenza la mano destra sul capo dell’antagonista e quindi, in rapida successione, con la stessa mano lo colpiva da tergo con un pugno al volto». Tosel aggiunge che «il gesto integra inequivocabilmente per l’evidente volontarietà, l’energia impressa e la delicatezza della zona del corpo colpita gli estremi della condotta violenta, connotata per consolidato orientamento interpretativo, dall’intenzionalità e dalla potenzialità lesiva». La Roma, nella stagione scorsa, rinunciò al ricorso quando De Rossi, nel derby dell’11 novembre 2012, colpì al volto Mauri (e fu espulso: in quel caso l’arbitro Rocchi valutò subito grave l’intervento di Daniele). Ieri ha inviato un preavviso di reclamo alla Corte di Giustizia Federale. Avrà sette giorni per presentare il ricorso vero e proprio: l’udienza, essendo la prima giornata non impugnabile, slitterà alla prossima settimana. La difesa dei legali di Pallotta si articolerà su tre punti: 1) manata e non pugno chiuso: così viene meno il requisito della violenza (gesto fortuito); 2) Icardi non ha protestato; 3) Bergonzi, vicino ai due giocatori, non ha ritenuto necessario intervenire, reputando il contatto fortuito e di gioco. Anche per questo il club giallorosso, su indicazione del dg Baldissoni (ieri a Barcellona con il ceo Zanzi e l’ad Fenucci per l’assemblea dell’associazione dei club europei), non è intenzionata a punire il calciatore: non ha fatto niente di grave. L’obiettivo è lo sconto di 1 giornata (2 turni più multa).

DIFFERENTI PUNTI DI VISTA – Garcia, da Coverciano, parla prima di Prandelli e soprattutto dell’ufficializzazione del provvedimento. Il francese dà la sua versione che, come si vedrà, non coincide con la posizione del ct azzurro. Il francese si schiera con il suo giocatore: «Non ho sentito Prandelli dire che non lo ha convocato per il codice etico. Al momento è solo scelta tecnica. Certe cose dopo l’Inter non mi sono piaciute: il nostro calciatore è già stato condannato. Ma la tv non mostra tutto. Sicuramente non va bene farsi giustizia da soli, ma è successo qualcosa che ha provocato la risposta di Daniele. Il problema di queste regole è che far entrare la tv e la tecnologia nel calcio diventa difficile. All’inizio della stagione ci sono stati alcuni episodi contro di noi in cui siamo stati vittime ma in quel caso non ho visto nessuna prova televisiva e nessuna sanzione contro altri. Spero non ci siano due pesi e due misure». Prandelli, invece, è stato categorico: «Su certi episodi, il giudice sono io». Il ct, per essere più preciso, ha pure svelato un retroscena: «Il codice etico è un patto scritto tra noi. A novembre ho riunito i giocatori, ci siamo guardati negli occhi. A loro ho chiarito che al mondiale non voglio rimanere in dieci, che dobbiamo arrivare in Brasile preparati e non accetto gesti sconsiderati. E ho spiegato che sarei stato molto attento alla partita prima della convocazione. Loro hanno condiviso». E’ la quarta volta che applica il codice comportamentale con De Rossi: «Per me i giocatori sono come figli, anzi di più. La mia stima nei confronti di Daniele è smisurata: l’ho chiamato quando alla Roma non giocava…. Ma certi gesti non li voglio».

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