DOPO PARTITA La lettura dell’incontro di Paolo Marcacci

Destro

Vivacità sotto un sole di convinta primavera, il Sassuolo è frizzante al punto tale da prestare spesso il fianco: meglio quando offendono di quando gestiscono, gli uomini di Eusebio Di Francesco. Forse non è un caso che il vantaggio giallorosso arrivi grazie a un pallone che Nainggolan ruba nella trequarti come fosse la caramella di un pupetto; palla a Destro nel corridoio e “scavetto” ai danni di Pegolo in uscita: lo zero a uno è una carezza dai giri contati, l’urlo del settore ospiti scuote il sud della Padania.

Il Sassuolo continua a provarci, in tutti i sensi: Sansone si guadagna l’Actors Studio con l’interpretazione fornita in occasione del (non) contatto con Benatia. Arriva Rizzoli e da  Hollywood si torna alla commediola all’italiana: dimmelo, no, si, dai, non fare così, mettila sul dischetto, toglila, mettila, Franco, Ciccio, Gianni, Pinotto…Si ride per non piangere. Sarebbe stato un rigorazzo, sfocia in una palla contesa che De Rossi rispedisce al Sassuolo dopo svariati minuti di farsa e imbarazzo. Si va al riposo dopo il resto della Serie A, con la sensazione che il vantaggio doveva essere già doppio, tanto per stare più tranquilli.
La ripresa avvalora l’analisi: bisogna fare attenzione, memori anche della beffa dell’Olimpico all’andata. Gervinho a tre cilindri, anche perché Garcia gli chiede chilometri supplementari in fase di ripiegamento e recupero palla. Sansone punge e Berardi – non nella giornata migliore – va tenuto a bada. La Roma fa un poco di fatica: Taddei, Totti – ovazione – e Bastos per Pjanic, Destro e Gervinho; si continua a rischiare, De Sanctis continua ad avere le mani sulla città . Notazioni a margine: Florenzi è sempre una risorsa per il gioco, Nainggolan è un Francisco Lima coi piedi molto più dolci – quindi grande complimento -, Totti serve anche solo per il nome che spaventa la trincea opposta.

Sesto minuto di recupero, Taddei recupera un pallone su Cisbah, capovolgendo se stesso per capovolgere l’azione, viaggia Bastos in verticale, gli arriva la biglia comoda soltanto da angolare: zero a due di liberazione, a dispetto di cali fisici e assenze pesantissime, visto che uno Strootman non si regala a nessuno. Classifica sempre più record, numeri strabilianti, sofferenze ben gestite: il campionato italiano, con le sue ombre disseminate lungo il cammino, non merita questa Roma dal respiro europeo.

Paolo Marcacci
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