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IL TEMPO Le curve romaniste chiuse per due gare

Curva Sud

(E. Menghi) – La (triste) storia si ripete. Quando si incontrano Roma e Napoli, che sia in campionato o in Coppa Italia, i tifosi giallorossi non risparmiano la voce e, tra i tanti cori partiti dalla Sud e dalla Nord mercoledì sera, ce n’è uno che ha fatto scattare, un’altra volta, la chiusura delle curve. L’incriminato «lavali lavali lavali col fuoco, o Vesuvio lavali col fuoco» rischia di svuotare l’Olimpico contro la Sampdoria il 16 febbraio e contro l’Inter il primo marzo. Il giudice sportivo ha deciso, infatti, di punire la società e i suoi sostenitori nelle prossime due gare interne di campionato e non di Coppa, anche se è nella competizione nazionale che sono stati intonati i versi di «discriminazione territoriale». È proprio questo il cavillo legale su cui la Roma baserà il suo ricorso.

Da Trigoria è già partito un preannuncio di reclamo, come da procedura, e adesso i giallorossi sono pronti per una nuova battaglia davanti alla Corte di giustizia federale, la stessa che già a dicembre aveva riaperto le curve dopo il doppio ricorso di Inter e Roma, sospendendo il giudizio in attesa di nuovi approfondimenti. La squalifica congelata riguardava soltanto la Sud, dopo la trasferta a Milano in cui il coro «rossoneri carabinieri» era stato scambiato erroneamente per il più forte «rossoneri squadra di neri». Di sviluppi non ce ne sono stati da allora, ma il problema è tornato d’attualità con l’arrivo del Napoli all’Olimpico. Già nel girone d’andata, ad ottobre, era arrivata la sentenza del giudice sportivo, che però aveva concesso la sospensiva, in quanto prima sanzione. Proprio quella vecchia squalifica si riversa in questa, raddoppiandola. Ma come si fa a sommare due infrazioni commesse in competizioni differenti? È come se Nainggolan e Inler scontassero la squalifica rimediata domenica in Coppa Italia uno nel derby e l’altro con il Milan. La logica sfugge e la Roma si muove per rimettere a posto i pezzi.

«Ho una grande perplessità su discorso dell’esecuzione delle sanzioni – ha detto l’avvocato Stagliano a Teleradiostereo –. Le sanzioni, riguardo ai tesserati, si devono scontare nella competizione per cui sono state emanate. Non ho trovato nulla sulle sanzioni a carico della società. Mi parrebbe una situazione difficile da spiegare sul profilo giuridico: la sanzione per il tesserato si applica solo nella competizione in cui è stata presa, mentre per la società no. Vuol dire che con più sanzioni in Coppa Italia, quella società sconterebbe un punto di penalizzazione in campionato? Ho i miei seri dubbi. Credo che sotto questo profilo, un ricorso sia quantomeno ipotizzabile, i presupposti ci sono». E così sarà, infatti. Anche perché in Coppa Italia non ci sono gli abbonati di sempre in curva, visto che tutti i biglietti sono in vendita diversamente da come accade per la stagione regolare, ma rischiano di essere loro a rimetterci soldi e passione. «Questa – prosegue Stagliano – dovrebbe essere la prima sanzione per la Coppa Italia, che sarebbe sottoposta a sospensiva. Così la Roma si porterebbe dietro la sospensiva nella prossima edizione della Coppa Italia. Se non si applica il cumulo delle sanzioni e l’eliminazione della sospensiva, la Roma sarebbe soggetta a due sospensive». I giallorossi sembrano intenzionati ad incentrare la loro difesa su uno slittamento della squalifica alla prossima stagione, perché, naturalmente, il discorso vale per le partite disputate all’Olimpico, ma, se la Roma dovesse qualificarsi per la finalissima, non sarebbe la padrona di casa, perché si tratterebbe di campo neutro. Rimandare il tutto all’anno prossimo potrebbe servire anche a chi decide e finora ha scelto soltanto di prendere tempo, incappando negli stessi episodi di volta in volta, senza trovare una soluzione definitiva a una legge che scontenta tutti.

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