IL TEMPO La regola vale solo se insultano Balotelli e i napoletani

Balotelli sfida i tifosi della Roma

(E.Menghi) – Si possono indossare mascherine igieniche «con intento spregiativo nei confronti della tifoseria avversaria» e cavarsela con 3 euro di multa, come successo al Milan in visita al San Paolo, alla 13ª d’andata della stagione scorsa. Si può anche gridare «romani bastardi» più volte, senza essere sanzionati, se sei tifoso del Napoli e accogli i giallorossi nel tuo stadio, perché «considerati “soltanto” dei beceri insulti, privi di quella specifica connotazione discriminatoria rilevante ex art. 11 CGS».

L’articolo della discordia. Che poi, in realtà, un filone comune ce l’ha. In circa il 35% delle rilevazioni del giudice sportivo (52 in due anni tra campionato, Coppa Italia, Supercoppa e amichevoli estive) viene analizzato il comportamento «discriminatorio» verso Napoli, mentre nel 25% circa dei casi (41, dalla 4ª del girone di ritorno della passata stagione) viene sanzionato il comportamento di stampo razzista nei confronti di Balotelli, arrivato nel gennaio del 2013 al Milan. In pratica, più della metà delle volte Tosel punisce (o decide di non punire) i club di serie A per «salvaguardare» napoletani e SuperMario.

Anche se non sono i soli soggetti a questo tipo di offese. È capitato che Meggiorini del Torino insultasse Pogba della Juventus (15ª, nel 2012-13), ma il giudice, dopo aver richiesto ulteriori elementi di riscontro, ha deciso di non sanzionare né il giocatore né la società granata. È successo che i tifosi dell’Udinese intonassero il coro «noi non siamo napoletani» nella sfida contro il Milan, che aggiungeva «senti che puzza scappano i cani stanno arrivando i napoletani. Napoli merda, Napoli colera sei la vergogna dell’Italia intera», ma con «percezione poco chiara»: Tosel ha deciso di non punire i bianconeri e di multare (50 mila euro) i rossoneri, obbligandoli a giocare una gara con il Secondo Anello della Curva Sud senza spettatori, con pena sospesa. Non era mai successo che una squalifica venisse fatta slittare da una competizione all’altra, come capitato alla Roma, che si è beccata due turni senza Nord e Sud per i cori contro i napoletani fatti nella semifinale di Coppa.

Ci sono distinzioni anche nel tipo di penalità: l’Atalanta, ad esempio, è stata ripresa più volte per «discriminazione territoriale», ma se l’è cavata con multe da 10 mila euro l’una. Rispetto alla stagione passata, con la modifica della norma è cambiato anche il modo di scrivere le sanzioni: se prima bastavano due righe con la parola magica «discriminazione», quest’anno per ogni squadra Tosel apre un lungo capitolo, con minuto, coro e durata dello stesso. Bene la maggiore precisione, ma l’incoerenza resta.

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