CORRIERE DELLA SERA Roma irritata ma a bocca chiusa

Garcia

(L. Valdiserri) – Ci sono silenzi che fanno rumore. Quello della Roma dopo il derby di Torino, per esempio. Ci hanno pensato altri a parlare. I tifosi giallorossi hanno inondato web, radio private e social network, promettendo anche una manifestazione di protesta, sabato, sotto la sede della Figc. I giocatori del Torino sono stati molto più accesi, tra tweet scritti e poi cancellati, del «tenero» Giampiero Ventura del dopo gara, quando è sembrato a molti che avesse perso un’amichevole e non un derby con un rigore negato e un’espulsione risparmiata a Vidal.

Ha parlato anche Stefano Braschi, referente della Commissione arbitri di serie A per il designatore arbitrale Marcello Nicchi: «In campo il rigore non si poteva vedere, lo stesso Ventura se n’è accorto soltanto dalle riprese a fine gara… Vogliamo che il calcio sia degli uomini o della tv?». Nessun dirigente romanista contesta la difesa da parte di Braschi di uno dei suoi uomini. Succede lo stesso anche tra allenatori e giocatori. Però ci sono molti modi di dire le cose e quello di Braschi non è piaciuto. L’errore c’è stato e andava ammesso. Sbagliare è umano, ma negarlo non aiuta il dialogo che i vertici arbitrali chiedono sempre e concedono di rado.

Rudi Garcia, che oggi tornerà ad allenare la squadra dopo due giorni di riposo, dati in premio per gli ottimi risultati raggiunti, ha una sua linea e non intende cambiarla: il gruppo non deve perdere energie nelle proteste, né in campo né fuori dal campo. Nello stesso tempo, alla Roma, nessuno ci tiene a passare per ingenuo. Il club, oggi, sarà impegnato nel ricorso presso l’Alta Corte del Coni contro la chiusura delle due curve e dei Distinti sud per la gara di sabato contro l’Inter.Assenti il d.g. Baldissoni e il Ceo Zanzi, a New York dal presidente Pallotta, a rappresentare la società ci saranno l’a.d. Fenucci e l’avvocato Conte«Legittimo ricorso per ottenere giustizia avverso una norma ambigua applicata in modo non equanime », è stato il tweet del legale. Anche in questo caso c’è un incrocio con quello che è successo allo Juventus Stadium. Se si chiudono i settori per cori di «discriminazione territoriale», cosa fare per striscioni che inneggiano a un disastro aereo?

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