IL ROMANISTA Bruno Conti: “Intollerabile chiamarmi in causa”

Bruno Conti

(V. Vercillo) – «Quello che è successo su alcuni media questa mattina(ieri, ndr) è intollerabile, ho già chiarito un anno fa che le telefonate con Gigi Sartor riguardavano solamente un provino di un ragazzo»Poche parole ma dure, quelle di Bruno Conti. Parole che esprimono tanta amarezza, per l’uscita del suo nome a proposito dell’inchiesta sul calcioscommesse. Uno scambio di sms con l’indagato Luigi Sartor, già ampiamente chiarito dall’attuale dirigente della Roma il 13 settembre 2012 in Procura federale.

E aggiunge il giallorosso: «Il fatto che a distanza di un anno possa ancora uscire il mio nome infangando così la mia professionalità prima da calciatore e ora da responsabile del settore giovanile dell’As Roma è davvero intollerabile». Ma non è il suo l’unico nome a spuntare dalle pagine della stampa a far luce sul caso. C’è infatti anche quello di Claudio Lotito«Quando uno dice che sono il capo delle scommesse io ci rido»commenta il patron della Lazio. E ancora: «Sto facendo un’indagine patrimoniale sulla persona per capire cosa gli posso togliere perché la gente va intaccata nelle cose sostanziali: se uno viene condannato a 2-3 mesi non mi importa niente, se gli sequestro casa o i beni se lo ricorda per tutta la vita».

Questo il punto della situazione: sedici perquisizioni nell’ambito dell’inchiesta “Last bet”, in cui sono stati trovati appunti sulle partite incriminate. Nel mirino 90 gare tra serie A, B e Lega Pro dal 2009 sino all’ultimo campionato. Di Francesco Bazzani, detto il Civ, in carcere a Cremona con l’accusa di essere uno dei due Mister X che dirigevano il traffico delle giocate illecite, ha parlato il suo avvocato per spiegarne i rapporti con l’indagato Rino Gattuso: «Solo di amicizia, come ne ha con numerosi giocatori del Milan» ha affermato Settimio Biondi. «Bazzani – ha aggiunto il legale – è molto conosciuto nel mondo del calcio, che frequenta poichè è appassionato fin da piccolo». «Alcune persone sono finite nel tritacarne» ha polemizzato il presidente della Federcalcio, Giancarlo Abete. «Leggo che avremo tanti sviluppi e che la posizione di Gattuso è marginale. Certamente la visibilità che gli è stata data non è marginale. Ribadita «la massima fiducia e gratitudine» verso la magistratura, Abete ha però parlato di «preoccupazione» per «il rischio di confondere le situazioni che portano all’individuazione di responsabilità. L’essere indagati è una garanzia, ma a livello di comunicazione non ha funzionato». La piega mediatica presa dall’inchiesta non piace nemmeno a Damiano Tommasi, presidente dell’Assocalciatori: «I nomi più altisonanti hanno avuto spazio maggiore, pur avendo responsabilità minori o nulle. Si è parlato più degli indagati che degli arrestati e questo la dice lunga su come si gestisce la comunicazione».

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