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IL MESSAGGERO Garcia, più luci che ombre

Garcia

(U.Trani) – Chi comanda in serie A, è bene chiarirlo subito, lo fa con numeri impressionanti. Le prime tre in classifica, compreso il Napoli sempre a otto punti dalla capolista, volano rispetto al passato. Lo scatto della Juve, perché chiamarla fuga sembra prematuro, dipende dalla continuità che ultimamente manca alla Roma, da applaudire lo stesso perché viaggia a più 9 rispetto a quanto raccolto nelle prime 16 giornate del torneo scorso. Ma l’imbattibilità, addirittura 18 partite di campionato (comprese le ultime due dell’ultimo), non basta per essere davanti agli avversari. Anzi, i giallorossi hanno 5 punti in meno dei bianconeri. Alla straordinaria striscia di 10 vittorie di fila è stato aggiunto il successo sulla Fiorentina. Il gruppo di Conte, migliorando quanto fatto nelle ultime due stagioni (5 punti in più rispetto all’anno scorso: proprio l’attuale vantaggio sulla seconda), ha invece festeggiato già 14 volte. Sono 8 le vittorie consecutive e 10 i punti mangiati ai giallorossi nelle ultime 6 partite, in cui la frenata della squadra di Garcia, 5 pareggi e 1 successo, ha certificato lo strappo con la prima della classe. Più che migliorare l’andamento, però, c’è solo da sistemare qualcosa. L’impronta del francese non si discute. Da completare è la rosa.

ATTEGGIAMENTO PROPOSITIVO
La Roma fa sempre la partita. A San Siro ha presidiato a lungo la metà campo avversaria. In campo per vincere, come chiede Garcia non solo a parole. Pressing alto, sia nella prima parte che nella ripresa, movimento degli esterni offensivi, ripartenze veloci e gioco sulle fasce anche grazie alle sovrapposizioni dei due terzini. Quando alzano il ritmo, nel possesso palla, riescono a essere più pericolosi grazie alla qualità degli interpreti. Se proprio bisogna però trovare un difetto alla fase offensiva, si torna sempre alla poca lucidità davanti alla porta avversaria. I giallorossi non sono concreti. Sprecano energie, senza essere efficaci come vorrebbe il francese.
FASE DIFENSIVA DA AGGIORNARE
Giocare con tre attaccanti, soprattutto se hanno caratteristiche come quelle di Gervinho, Ljajic e Destro, il tridente inedito visto con il Milan, richiede il massimo sacrificio di tutti, a cominciare dai tre davanti. Se il pressing è parziale, salta l’equilibrio, dote principale della Roma di Garcia nelle sue giornate migliori. Fondamentale è comportarsi da squadra. Nei movimenti. L’allenatore giallorosso ha denunciato le disattenzioni dei singoli sui due gol del Milan. Quello dell’1 a 1 di Zapata, su corner, mai successo fin qui (l’unico preso su palla inattiva prima di Milano, a Bergamo, punizione con zolla che tradì De Sanctis), con più di un romanista distratto; quello del 2 a 2 per le posizioni sbagliate in area e fuori. Ma spesso la difesa è stata presa in velocità. De Rossi, squalificato per la gara di domenica contro il Catania, da un mese non è al meglio. Di conseguenza fa meno da scudo. Il suo contibuto incide, perché recita da terzo centrale difensivo.
ORGANICO INCOMPLETO 
Destro, 2 gol in 2 partite, è il giocatore che può avvicinare la Roma alla Juve di Tevez. I giallorossi hanno bisogno di un finalizzatore. Sabatini e Garcia si augurano che sia proprio Mattia. I migliori marcatori, con 4 gol, sono due centrocampisti, Florenzi, schierato per la verità sempre da attaccante, e Strootman (2 dei 4 gol su rigore). Innesti servono in difesa: sui lati almeno un terzino, per non caricare di eccessive responsabilità Dodò e in attesa del recupero di Balzaretti; in mezzo Burdisso non basta come alternativa ai due titolari. A centrocampo, per essere competitivi, serve un ricambio di qualità.

 

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