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SPY STORY Guardiola è solamente l’ultima vittima degli 007

Pep Guardiola

Caccia alla spia. Non è il titolo di un film, ma la nuova realtà del mondo del calcio. Dopo l’ultimo derby di Genova, assurto alle cronache più l’allenatore-spia, con tanto di tuta mimetica, sorpreso nei boschi di Bogliasco a curiosare l’allenamento dei cugini, tocca oggi all’allenatore del Bayern, Pep Guardiola infuriarsi per le fughe di notizie. Dopo aver vinto e dominato il ‘klassiker’ contro il Borussia Dortmund, oggi il tecnico spagnolo è sbottato: nello spogliatoio del suo Bayern perfetto c’è una talpa. “Non fa differenza chi sia, ma rotoleranno delle teste“, le parole di Guardiola nel post partita. A farlo arrabbiare, secondo Bild, la certezza che qualcuno dall’interno della squadra ‘soffì particolari sulla tattica e sulla preparazione delle partite ai media. “Lo stroncherò, non giocherà più con me”, le parole di Guardiola che conferma la sua fama di perfezionista.

“Non chiameremo certo la Nsa americana per scoprire chi sia questa spia – ha aggiunto l’ad del club bavarese Rummenigge – ma dobbiamo metterlo in allerta: la smetta di far uscire queste informazioni, o passerà brutti momenti non solo con Guardiola ma anche col club”. La rivelazione di Bild non è la prima che infiamma il mondo del calcio. Detto del derby della Lanterna (“una goliardata”, la definì il presidente rossoblù Preziosi), ci sono tante altre piccole e curiose spy-story, a cominciare da Arrigo Sacchi che mandava il suo assistente Natale Bianchedi in missione all’estero con tanto di impermeabile alla ‘tenente Kojak’. Di 007 si serviva anche Walter Mazzarri: a Pechino nell’ estate del 2012 prima della finale di Supercoppa tra Juventus e Napoli, un suo fedelissimo, Claudio Nitti, fu ‘pizzicatò nella palestra dove si allenavano i bianconeri. Più recentemente, il quotidiano El Periodico ha rivelato che durante la presidenza Laporta, il Barcellona avrebbe speso circa 3 milioni per presunte attività di spionaggio: tra i pedinati anche Messi e Piquè. E un altro quotidiano spagnolo ha scritto che nel suo quadriennio (2008-2012) lo stesso Guardiola aveva invitato il club a ‘tenere d’occhiò alcuni giocatori (tra gli altri Etò e Ronaldinho, Deco) temendo che poi non rendessero al top in campo. Ma gli allenatori spesso sono ‘vittimè dello spionaggio.

A Roma Garcia ha stabilito una sorta di coprifuoco a Trigoria per tenere lontano ogni occhio indiscreto, a Manchester anni fa si parlò di un furto di database con all’interno le informazioni di ogni singolo giocatore del City. Difficile pensare che il mittente fosse sir Alex Ferguson che qualche anno fa si infuriò non poco nel vedere un aereo da turismo che sorvolava il campo di allenamento a Carrington dei ‘red devils’, in quel momento impegnati in esercitazioni tattiche. Per la Supercoppa dell’agosto scorso, Conte abbandonò i campi dell’Acqua Acetosa lamentando che dalla Tangenziale i tifosi potessero fermarsi a ‘guardarè, e magari riferire della sua Juve alla rivale Lazio. Anche se nel calcio spesso le talpe sono fatte in casa.

Fonte: Ansa

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