IL TEMPO.IT Garcia urla: “La mia Roma è arrabbiata”

Garcia Totti

(E. MENGHI) – Archiviata la striscia da record, la Roma più che sazia è arrabbiata, perché quando ti abitui a vincere può deluderti anche un pareggio in trasferta. Ma con il Sassuolo esiste solo un risultato, «per continuare la marcia in avanti» e per approfittare dello scontro diretto tra Juventus e Napoli: «La cosa migliore sarebbe un pareggio». Garcia incrocia le dita e spera di leggere una classifica ancor più bella dopo la sfida di domenica sera: «Perché per la lotta allo scudetto non c’è niente di chiuso. Ovviamente è meglio stare davanti e avere il maggior scarto possibile sulla quarta».

Ne avrebbe ben nove sulla seconda (la Fiorentina, tra l’altro) se di classifica valesse quella senza gli errori arbitrali: «Non si può cambiare? (ride, ndr). Quella attuale mi va bene, siamo primi per il momento e abbiamo voglia di prendere punti, sarà una partita difficile con il Sassuolo, ma spero sia difficile anche per loro venire qui all’Olimpico». Nelle ultime gare, la Roma ha affrontato squadre tatticamente molto chiuse e quindi difficili da perforare: «Abbiamo trovato avversari totalmente schierati, che aspettavano solo un nostro errore. Un centravanti, che sia Marco o un altro, ha bisogno che la squadra giochi così bene da far arrivare palloni in area. Possiamo migliorare su questo piano. Mi è piaciuta la pazienza e la possibilità di colpire al momento giusto, come abbiamo fatto con il Chievo. La serie di vittorie è finita, ma la serie di risultati positivi è sempre d’attualità». Borriello è stato titolare tre volte su tre da quando Totti e Gervinho si sono dovuti fermare per infortunio e anche stavolta potrebbe essere il prescelto per guidare l’attacco, anche se nella testa di Garcia frullano molte idee. Una sta prendendo sempre più corpo: Ljajic «falso nueve», Pjanic esterno e trequartista all’occorrenza, con Florenzi a completare un insolito tridente. Hanno giocato così negli ultimi 20 minuti a Torino e sono quelli che a Garcia sono piaciuti di più: «Ho visto, quando la palla usciva, i miei giocatori correre per non perdere tempo, per provare a vincere. È stato un bel segnale».

E così si potrebbe tornare a quel terzetto offensivo che non dà riferimenti ai difensori avversari, ovvero si ritornerebbe da dove la Roma era partita. Cambiano gli interpreti, questo è chiaro, ma senza Totti e Gervinho potrebbe essere il miglior rimedio: «Miralem, quando gioca più alto, sicuramente non gioca come un attaccante di profondità o come un attaccante vero, ma con un avversario che fa tanta densità può essere un vantaggio avere davanti giocatori che possono dare numeri al nostro gioco. Per il momento le assenze non contano enormemente. Il discorso potrebbe cambiare se i tempi dovessero allungarsi». L’ivoriano è ancora fermo al differenziato e difficilmente sarà convocato domani da Garcia, che comunque si prende il tempo necessario per decidere: «Sta meglio, corre. Spero di averlo nel gruppo domenica: se sarà con noi, per me non sarebbe un problema se andasse poi in nazionale. Ma se c’è un rischio dobbiamo valutarlo, sia per domenica sia per la partita con la sua selezione. Per fortuna il ct della Costa d’Avorio è un allenatore bravo e intelligente, abbiamo parlato. Penso che questa situazione sarà risolta con intelligenza. Valuteremo domani, forse domenica».

Ci proverà fino all’ultimo. Benatia sta sfruttando lo stop causa squalifica per guarire dalla contusione al polpaccio: oggi ha rivisto il campo per una corsetta. Intanto, il tecnico francese sta cominciando a conoscere Destro, che da tre giorni si allena con il gruppo: «Ha bisogno di lavorare tanto sul piano fisico e deve ritrovare le sensazioni da giocatore. Per fortuna arriva la sosta, ci saranno 15 giorni per lui per lavorare forte e, spero, per farsi trovare pronto per aiutare la squadra». Magari già con il Cagliari. La sicurezza con cui usa la gamba sinistra, quella del ginocchio operato, è un buon segnale: non ha paura di calciare, lo spirito è quello giusto e la porta la vede. Anche se oggi ci si è messo di mezzo il giovane portiere Alin Ionut Pop, un classe ‘97 che Sabatini ha preso a titolo definitivo dal Bihor Oradea quest’estate e che è già titolare della Nazionale Under 17 rumena. Ha parato praticamente tutti i tiri di Destro, che ci ha provato anche con il pallonetto, ma se l’è visto togliere da sotto la traversa. Florenzi, invece, «minaccia» a distanza il Sassuolo: ha il piede caldo e l’ha mostrato a tutti nell’allenamento a porte aperte, in cui ha sfiorato un bellissimo gol in rovesciata. Il pallone se l’è portato fin dentro al centro sportivo palleggiando con la padronanza del capocannoniere della squadra. Una cosa fuori dal comune.

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