GAZZETTA.IT Torino-Roma 1-1: gol di Strootman e Cerci, proteste giallorosse nel finale

Strootman

(A. Pugliese)- Forse era scritto nel destino che dovesse essere proprio un figlio della Roma, Alessio Cerci, a stoppare la marcia trionfale dei giallorossi, che con il pareggio di Torino concludono la striscia di vittorie a quota dieci, con Juventus e Napoli che riducono lo svantaggio a tre lunghezze di distanza. Il pareggio premia l’audacia e la voglia di Ventura, che schiera praticamente 4 punte, mentre Garcia stavolta paga la scelta iniziale di Borriello: con Ljajic in campo da centravanti, la squadra ha prodotto in 27 minuti (recupero incluso) almeno il triplo delle azioni costruire nei precedenti 67′.

OLANDESE VOLANTE — Garcia sposta Pjanic alto come esterno destro e sceglie Bradley in mezzo al campo per fare maggiore densità, Ventura invece opta per un Torino superoffensivo, con un quartetto di punte dove Meggiorini e Barreto sono quelle centrali e Cerci ed El Kaddouri quelle esterne con il compito di dare equilibrio alla squadra (passando dal 4-4-2 difensivo, al 4-2-4 offensivo). Così De Rossi è costretto a schiacciarsi spesso e volentieri sui due centrali giallorossi (Benatia e Burdisso) per evitare la parità numerica sugli attacchi del Torino, Balzaretti è bersagliato dai fischi dei suoi ex tifosi (che non hanno mai digerito il passaggio diretto alla Juventus) mentre Cerci prova a scrollarsi subito di dosso l’emozione del suo passato. Il primo brivido arriva però solo al 19′, con un tiro al giro da limite di El Kaddouri di poco alto, a cui i giallorossi replicano con un destro al volo (alto al 25′) di Florenzi su schema da angolo. Un minuto dopo Benatia è costretto al fallo su Barreto (ammonito, salterà il Sassuolo), al 28′ la Roma passa: Balzaretti pesca in verticale Pjanic, il cui assist è ribadito in rete da Strootman con un tap-in al volo nell’area piccola. La reazione del Torino è lenta ma progressiva, infiammata, dal suo uomo migliore, Alessio Cerci, che a destra semina il panico tra assist (45′, El Kaddouri tira centralmente), punizioni (35′, alta di poco), spunti in velocità e conclusioni (44′, De Sanctis in angolo).

LA VENDETTA DELL’EX — La ripresa si apre con la Roma che passa ad un 4-1-4-1 e il Toro che prova a cambiare pelle con il 4-3-3. L’orgoglio granata si concretizza all’11, quando va in scena la cosa più bella della partita: apertura di Basha da destra e sinistra e tiro al volo dalla parte opposta di Meggiorini, su cui De Sanctis si supera. E al 18′ arriva il pareggio del Torino: Meggiorini va in pressione su Benatia, gli ruba il pallone sulla linea di fondo e sfrutta al meglio il rimorchio da destra di Cerci, che di sinistro brucia De Sancits (si ferma a 744 minuti la sua imbattibilità) da pochi passi. Così Garcia prova a mischiare le carte: Ljajic per Borriello, Pjanic (e poi lo stesso Ljajic) per un po’ alla Totti, infine De Rossi difensore centrale, con l’inserimento di Marquinho in attacco e il ritorno dello spesso Pjanic, che al 27′ reclama rigore dopo un contatto in area con Darmian, in mezzo al campo. Ma le mosse non pagano in termini di risultato, anche se la Roma al 31′ reclama un altro rigore per presunto intervento di Bellomo su Maicon (ma l’eventuale fallo è fuori area) e al 41′ mette paura a Padelli con un punizione di Ljajic (la Roma ha girato molto meglio con lui da falso nove che con Borriello centravanti). L’ultimo brivido è per un sinistro alto di Marquinho, poi tutti negli spogliatoi. La marcia trionfale della Roma si ferma qui, Cerci una piccola rivincita se l’è presa…

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