SERIE A Braschi: “Funziona mix esperienza-giovani. De Marco ha sbagliato sul secondo rigore del Napoli”

Stefano Braschi

«Sono sempre molto cauto a stilare bilanci prima che la stagione si concluda. Detto questo, abbiamo un gruppo di arbitri esperti e di qualità a cui si aggiungono alcuni giovani che si stanno inserendo bene. Anche gli addizionali stanno portando benefici evidenti». Così Stefano Braschi, designatore degli arbitri. Dopo 9 giornate il mix sembra funzionare. «Non si può sanare del tutto l’errore – aggiunge Braschi – ma, a parte un paio di fuorigioco che si potevano evitare e sono fisiologici, direi che le cose stanno andando bene». La nuova applicazione della regola del fuorigioco «ha toccato concettualmente alcuni parametri su cui gli arbitri erano abituati a lavorare. E richiede un pò di tempo per essere metabolizzata. Noi possiamo solo applicare le regole scritte da Fifa e Uefa, giuste o sbagliate ci interessa relativamente».

Il Torino si è lamentato, soprattutto per il secondo rigore fischiato in favore del Napoli: «Da quello che ho visto credo che in questo caso il braccio (di Glik, ndr) fosse molto attaccato al corpo – ammette Braschi – Forse l’arbitro (De Marco, ndr) è stato ingannato dall’altro, che invece era alto. Se quello che è visto è vero c’è stato errore. Può succedere. Bisognerà anche arrivare a capire che l’operato dell’arbitro va accettato, abbia ragione o no». Nei tre campionati da che è designatore «abbiamo il numero di rigori più alto per partita, rispetto ai principali campionati europei – rivendica Braschi – Quindi i nostri arbitri sono attenti. Forse anche per questo, fino ad ora, ho visto meno ‘abbraccì e strattonate in area. Culturalmente siamo ancora un pò troppo tolleranti rispetto alle trattenute. Quindi bisogna fare uno sforzo importante per dare un segnale preciso».

Anche il fallo di mano «negli ultimi anni è stato valutato con più severità per allinearci ai parametri degli altri campionati europei. È uno dei più difficili da valutare». «Le lamentele? In Italia sono culturalmente normali – si rammarica il designatore -. Schermaglie che fanno parte del gioco. Il fatto che una domenica ci siano 11 rigori e quella dopo due è frutto della causalità. Una domenica si possono segnare 40 reti e quella successiva 15. Allora vogliamo dire che i giocatori decidono di sbagliare di proposito?». Ed alla richiesta di scuse, avanzata da Galliani per l’arbitraggio di Paolo Valeri in Parma-Milan, risponde: «Non mi tirate dentro a questi meccanismi». Capitolo tecnologia in campo. Ben venga, come quella che si sta sperimentando sui ‘gol fantasmà. «Però il vero problema – aggiunge – è che ci saranno sempre tanti episodi border-line, con valutazioni che non sono nè bianche nè nere, ma grigie. Noi dobbiamo cercare di evitare gli errori marchiani. Ma puoi avere tutte le tecnologie del mondo, la decisione discutibile non sarà mai cancellata». Piuttosto «serve uno sforzo educativo nei confronti di pubblico e dirigenti. Perché le regole del calcio non sono facili come qualcuno crede».

Fonte: Radio anch’io sport

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