GAZZETTA DELLO SPORT La gara dei senza coppe e quella tra eurostressati

Garcia

(A. Schianchi) – Quanto pesano le partite di Champions, quante energie tolgono e quanti guai provocano? Stando al bollettino degli infortunati delle varie squadre impegnate nelle coppe dobbiamo giungere alla conclusione che le gare europee lasciano tracce. Anzi: ferite. Pensate alla Juve che, al momento, deve rinunciare a Vucinic e Lichtsteiner (usciti per guai muscolari contro il Galatasaray) e pensate al Milan che ha spedito in infermeria, uno dopo l’altro, El Shaarawy e Birsa (entrambi k.o. prima della sfida contro l’Ajax). E, dopo aver analizzato le situazioni dei cavalieri dimezzati Conte e Allegri, pensate, invece, a quanto se la godono Mazzarri e Rudi Garcia: pochi infortuni, zero imprevisti, rosa a disposizione, dunque possibilità di lavorare e allenarsi al massimo. Inter Roma no, ma Juventus Milan di domenica sera è una sfida che nasconde, tra le altre mille pieghe tattiche, tecniche e psicologiche, anche le questioni relative al recupero dei giocatori dopo gli impegni infrasettimanali. In questo caso gli allenatori, più che occuparsi di schemi, moduli e faccende del genere, si concentrano soprattutto sull’aspetto psicologico, non «caricano » e non immettono benzina nei muscoli dei loro giocatori, tendono a gestire e a «conservare ». Verrebbe da dire: InterRoma sarà una partita sprint,mentre da JuveMilan non ci si possono aspettare alti ritmi. Staremo a vedere.

Lavoro Di fatto una squadra che gioca la Champions si allena di meno: nella settimana della partita i giocatori «perdono » almeno tre sedute di lavoro, tra l’altro le più pesanti dal punto di vista dei «carichi» atletici. Prendiamo la Juve: ha giocato domenica scorsa in campionato, poi lunedì e martedì ha preparato la sfida contro il Galatasaray (quindi allenamenti mirati e non faticosi) e giovedì (dopo la gara) si è limitata a un lavoro di scarico. Solo da oggi (venerdì) si comincia a pensare al Milan che verrà. Lo stesso discorso vale per i rossoneri, pure loro in campo per la Champions. Inter e Roma, al contrario, hanno avuto sei giorni di tempo per lucidare le armature, curare i normali acciacchi, preparare tatticamente la supersfida.

Stress Alla lunga gli impegni europei si sentono. L’importante è avere una rosa ampia e di alta qualità: turnover è la parola magica per gli allenatori che partecipano a due manifestazioni. Va, tuttavia, considerato anche un altro aspetto: ci sono giocatori, soprattutto i campioni, che agli allenamenti preferiscono le partite, magari di grande livello. Qualche esempio: la Champions non pesa sui muscoli di Cristiano Ronaldo, così come non pesava su quelli di Maldini. Per loro, forse, era più fastidiosa la routine del lavoro giornaliero: sempre gli stessi esercizi, sempre le stesse cose, pochi stimoli. Certo, a livello di infortuni una partita internazionale è un pericolo: si gioca con grande intensità, ci sono numerosi contrasti, e poi c’è la tensione psicologica che danneggia pure i muscoli. Avete mai sentito parlare degli infortuni «da stress»?

Sorprese Sostenere che sia meglio non fare le coppe è un discorso simile a quello della volpe e dell’uva, però una cosa è certa: l’Inter e la Roma, squadre rifondate, se giocassero anche in Europa, non sarebbero tanto brillanti fisicamente, non avrebbero una così chiara fisionomia tattica e non sarebbero le sorprese del campionato.

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