CORRIERE DELLO SPORT Mauri, il giorno più lungo

Stefano Mauri

La Lazio vola questa mattina in Turchia. Per Stefano Mauri, il capitano, si trasformerà nel giorno più lungo, non soltanto perché da due mesi è fuori dalle competizioni ufficiali, si allena con la squadra ma non può giocare e non partecipa alle trasferte. Poco dopo l’ora di pranzo, negli uffici di via Campania si riunisce la Corte di Giustizia Federale coordinata (a sezioni unite) dal presidente Gerardo Mastrandea. Si chiude il processo di secondo grado, il cui verdetto è stato “congelato” e sospeso il 16 agosto in attesa di nuove indagini. E’ fissata per oggi l’ultima udienza a cui i giudici hanno invitato Alessandro Zamperini, considerato dagli inquirenti il personaggio chiave di collegamento tra la cosiddetta banda degli zingari e diverse squadre di serie A, tra cui la Lazio per la sua amicizia con Stefano Mauri. Zamperini era stato convocato anche per la precedente udienza, a cui avevano partecipato Mauri e Gervasoni, il grande accusatore, ma non si era presentato e attraverso i suoi legali aveva inviato una lettera comunicando la propria intenzione di sottrarsi agli interrogatori previsti dalla giustizia sportiva (non è più tesserato, può farlo). La Corte Federale non si è data per vinta e lo ha nuovamente convocato, ma sembra senza successo. Zamperini non appare intenzionato a presentarsi. All’udienza, per garantire il contraddittorio delle parti, presenzieranno gli avvocati Matteo Melandri e Amilcare Buceti, legali a cui si è affidato Mauri, e l’avvocato Gian Michele Gentile per la Lazio. Ci sarà anche Stefano Palazzi, il procuratore federale, che si aveva presentato appello dopo la sentenza di primo grado. Chiede la riforma del verdetto e insiste nel chiedere una condanna per illecito. Le due partite incriminate risalgono al maggio 2011 (Lazio-Genoa 4-2 e Lecce-Lazio 2-4). Mauri è stato squalificato dalla Disciplinare per sei mesi: gli è stata contestata l’omessa denuncia di un tentativo di illecito per la partita con il Lecce del 22 maggio. (…)

VERDETTO – I giudici non avranno bisogno di ascoltare di nuovo Stefano Mauri, rappresentato dai suoi avvocati, e quasi certamente, dopo aver constatato l’indisponibilità della testimonianza di Zamperini, riterranno conclusa l’istruttoria. Se così fosse, scatterebbe subito la fase decisiva. Riunione in camera di consiglio e in serata il probabile verdetto attraverso il dispositivo comunicato dalla Federcalcio. Entro 30 giorni verranno poi pubblicate le motivazioni. Ma c’è grande interesse per la sentenza. Mauri punta ad una piena assoluzione, potrebbe essere confermata la squalifica di sei mesi per omessa denuncia (in questo caso tornerebbe a giocare a partire dal 2 febbraio), rischierebbe di aver concluso la carriera qualora la Corte Federale riconoscesse l’illecito contestato da Palazzi, che aveva chiesto anche una penalizzazione (secondo il criterio della responsabilità oggettiva) per la Lazio. Tutto è aperto ed è inutile sbilanciarsi nei pronostici, tocca ai giudici pronunciarsi ed emettere una sentenza giusta e inattaccabile, come avevano promesso il 16 agosto, nel giorno in cui avevano deciso di prendere altro tempo per fare piena luce su un caso evidentemente ancora poco chiaro. Questo è il secondo grado di un procedimento che in ambito sportivo potrebbe terminare al Tnas (Tribunale Nazionale Arbitrale per lo Sport), dove la materia non verrà esaminata prima di dicembre.
Top