CORRIERE DELLO SPORT Gervinho-Ljajic: la spinta

(A. Maglie) – Rudi Garcia si appella alle condizioni di salute di Ljajic: problemi alla schiena che ne limitano utilizzo e rendimento. Così come alla versatilità del ragazzo che può anche subentrare a Totti o a Florenzi. Ciò non toglie che, almeno nell’immaginario collettivo, tra Adem e Gervais Yao Kouassi, cioè Gervinho, esista un dualismo, uno di quelli che da sempre affascinano il calcio, quello italiano almeno dai Mondiali del Messico quando spuntò la staffetta Rivera-Mazzola. Il bello è che in queste settimane i ruoli tra i due si sono invertiti. Ljajic a Roma è approdato negli ultimi giorni del mercato, reclutato anche per far dimenticare la partenza di Lamela, finito al Tottenham. Gervinho, invece, era arrivato molto prima, tra qualche perplessità legata al rendimento non straordinario messo in mostra nelle stagioni trascorse all’Arsenal. (…)

GIUDIZIO – Ieri il tecnico della Roma su Ljajic ha espresso un giudizio estremamente positivo. A suo parere, il ragazzo  «è uno straordinario talento: può diventare fortissimo se cresce fisicamente». In questo momento le sue ali sono tarpate solo dai problemi fisici, da una schiena che non consente un rendimento superiore. Ad esempio come quello garantito da Gervinho che insieme al suo mentore ha ritrovato anche le giocate dei tempi migliori, dei tempi del Lille. Il grande inizio di stagione della Roma è legato anche alle prestazioni dell’ivoriano che dopo qualche tentennamento iniziale ha cominciato veramente a volare. Nel vero senso della parola visto che con la sua velocità ha devastato le difese avversarie. (…)

SCELTE – Le scelte nel calcio non sono quasi mai figlie di una sola motivazione. La questione fisica evidentemente ha un peso. Ma nelle decisioni di Garcia non possono non avere un peso le questioni tattiche. Ed è evidente che Gervinho e Ljajic sono giocatori diversi. L’ivoriano è una vera e propria ala, il serbo sostanzialmente una seconda punta. Una differenza non di poco conto perché quello che Gervinho può dare in fase difensiva, soprattutto sulla fascia, non può garantirlo Ljajic. E nel 4-3-3 di Garcia (equilibrato, concreto e, quindi, prudente) i due attaccanti esterni sono obbligati a un grande e dispendioso (dal punto di vista della corsa) lavoro di copertura. Non è un caso che, ad esempio, Florenzi, che pure non è una punta, sia ormai un titolare inamovibile in quel ruolo avanzato.

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