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SERIE A Travaglio: “Ero tifoso della Juventus, ma Calciopoli e Moggi mi hanno tolto la passione. Zeman ha pagato le sue giuste denunce”

Marco Travaglio

Il giornalista Marco Travaglio ha parlato del suo rapporto con il calcio e di come la sua passione sia svanita con Calciopoli. Queste le sue parole:

Mai scoccata la scintilla con il calcio?

“State scherzando? Sono andato allo stadio tutte le domeniche dai 6 anni a quando ne avevo 25-30”.

Il momento in cui si è affievolita questa passione?

“Sono diventato giornalista e ho continuato a seguire le partite perchè ero corrispondente per il giornale di Montanelli. Poi è arrivato Moggi e mi ha fatto passare tutta la passione: non credo più alla genuinità del calcio da quando ho visto Moggi in attività alla Juventus”.

Il tifo per la Juventus come nasce?

“Da ragazzino ero proprio tifoso, nato da famiglia bianconera: me l’ha trasmessa mio padre”.

C’era un calciatore preferito?

“Sì, Zoff”.

Domenica il derby contro il Torino.

“Ah c’è il derby? Non sapevo neanche il calendario. Se sono in un posto col televisore qualche partita me la guardo anche, ma senza alcun tipo di passione”.

Noti del disamore generale verso il calcio?

“No, lavorando a Roma mi rendo conto che qui il calcio è ancora più centrale rispetto a Torino. Lì c’è una rivalità che si accende nei giorni del derby e che poi si è affievolita a causa degli anni in B dei granata. Il mio disamorarmi del calcio non credo sia coinciso con il disamorarsi generale: vedo gente che ci crede ancora, nonostante non so come si faccia. Dopo calcioscommesse, doping, arbitri e calciopoli, ce ne vuole per pensare che quello della domenica sia uno spettacolo genuino. Però forse ci si convince”.

Gestione italiana del calcio: il calcio è una costola del paese in crisi?

“Il calcio è in mano a quelli che sono più o meno i gruppi imprenditoriali/finanziari italiani, salvo qualche incursione un po’ stravagante dall’estero. L’Italia ha la peggiore classe imprenditoriale d’Europa, anche gli imprenditori del calcio non è che diventino corretti e puliti quando amministrano il pallone. Pare che ci sia perfetta coerenza con la gestione delle aziende: plusvalenze, contratti, reati, magheggi per fingere di rispettare le regole di iscrizione al campionato nonostante, magari,anni, si scopra che quelle condizioni non c’erano. Non mi sembra di aver visto qualcuno pagare per questo”.

C’è un personaggio, un profilo del mondo del calcio che stima?

“A me è sempre stato molto simpatico Zeman, magari prende troppi gol ma siamo sicuri essere una persona onesta. E per le sue denunce ha pagato. Zeman ‘grillo parlante? Mica tanto grillo, quando ha fatto le sue denunce si è visto che aveva ragione”.

Tornerebbe a seguire il calcio se…?

“Se la smettessero di dire che hanno vinto tutti gli scudetti che gli sono stati giustamente revocati, se accettassero le sentenze della giustizia sportiva e di quella ordinaria, e se interrompessero finalmente i legami con Moggi che Andrea Agnelli ha ripreso, purtroppo. Se accettassero la verità: sono retrocessi perchè truccavano i campionati, non per colpa della giustizia. La giustizia non scatta, se non ci sono gli illeciti e – prosegue Travaglio – se uno viene retrocesso è per colpa degli illeciti”.

Le manca l’avvocato Agnelli?

“Era un furbo, non certamente un santo però aveva una cosa che quelli che sono venuti dopo di lui non hanno: aveva un pò di stile e, soprattutto, si sentiva un’istituzione. Non si sarebbe mai permesso di contestare le sentenze. Quando la Fiat finì nei guai disse ai suoi manager: “Andate e confessate”. Magari faceva porcherie inaudite di nascosto ma non si sarebbe mai permesso di delegittimare e sputtanare le autorità come fa questo inqualificabile personaggio che porta il suo cognome che è il presidente della Juventus”.

Fonte: TeleRadioStereo

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