IL ROMANISTA Pancalli: “I tifosi non c’entrano”

Pancalli

(M. Macedonio) – «Due delinquenti non possono essere identificati con la città, e meno che mai con il tifo giallorosso». Lo dichiara al Romanista in maniera inequivocabile, Luca Pancalli,Assessore allo Sport, ma anche alla qualità della Vita e al Benessere di Roma Capitale, tornando sulla questione dell’aggressione al pullman di Verona. Del resto, era stato tra i primi a pronunciarsi a poche ore dall’accaduto, stigmatizzando con parole altrettanto nette l’episodio. Aveva infatti parlato di una ferita per l’intera città, augurandosi una presa di distanza di tutti rispetto a minoranze di teppisti. «Il mio auspicio – ripete al nostro giornale – è che la tifoseria più virtuosa, che costituisce poi la maggioranza, sappia cominciare ad isolare pesantemente degli imbecilli che fanno male, non soltanto dando un’immagine della città che non corrisponde alla capacità di accoglienza della città stessa, ma anche a tutta la dimensione calcistica che tutti noi amiamo».

In queste ore abbiamo però sentito invocare lo stadio a porte chiuse per tutta la stagione. Non le sembra fuori luogo?

Non scherziamo su queste cose. Io sono sempre stato estremamente positivo nei confronti del lavoro che viene svolto dalle forze dell’ordine. Anche perché non è semplice, in una città come Roma, gestire tali situazioni. Due scalmanati che hanno messo in atto quanto è successo possono onestamente sfuggire al controllo. Ciò che mi aspetto e che mi farebbe piacere, a questo punto, è davvero una reazione palese e manifesta della tifoseria giallorossa, che non ha nulla a che spartire con questi teppisti che sono i primi a danneggiarla. Anche perché si fa presto a identificare, in maniera semplicistica, due cretini con tutto il resto.

Sempre ammesso che li si possa chiamare tifosi. Qui siamo in presenza di un episodio delinquenziale, dalla matrice anche poco chiara.

Sono d’accordo. Ciò che è successo non ha nulla a che fare con il tifo. Si tratta, appunto, di delinquenti, per i quali vanno applicate in maniera rigorosa le norme vigenti. Tra l’altro, si tratta anche di incoscienti, per le conseguenze che possono derivare dal lancio di sassi contro un pullman. E che avrebbe potuto colpire anche una macchina che fosse passata di lì, magari con dei bambini all’interno… Qualcosa che, per giunta, non ha niente a che fare con lo stadio.

Che infatti era già abbastanza distante, visto che si era sulla tangenziale. Eppure, ci si continua ad esprimere parlando ancora di “violenza negli stadi”.

E’ vero. Da dopo la morte dell’ispettore Raciti, mi sembra che la violenza si sia sempre più spostata all’esterno degli impianti. Evidentemente, determinati interventi hanno garantito la possibilità di gestire meglio certe situazioni all’interno degli stadi. Ma fuori, onestamente, diventa più difficile.

Eppure, abbiamo sentito mettere sotto accusa, ad esempio dal sindaco Tosi, anche l’operato della polizia.

Non dobbiamo entrare in dispute che non portano a nulla. Al contrario, con il sindaco di Verona si deve lavorare all’unisono per dare segnali positivi, a prescindere dal “campanilismo” del proprio vivere cittadino o della propria tifoseria. Chi ha responsabilità di tipo istituzionale deve lavorare insieme per dare messaggi univoci. Condannando ovviamente quanto è accaduto, perché non si può non condannare, come ha fatto correttamente lo stesso sindaco Marino, ma nello stesso tempo valutando oggettivamente l’episodio. Qui non parliamo di un centinaio di teppisti, che capisco bene non sarebbero potuti e dovuti sfuggire alle forze dell’ordine, ma di due isolati delinquenti – chiamiamoli con il loro nome – che non possono macchiare non solo l’immagine di Roma, ma anche quella degli appassionati veri. Perché fanno male alla città, al calcio e allo sport.

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