IL ROMANISTA De Rossi: “Voglio le Olimpiadi”

Daniele De Rossi

(D. Giannini) C‘è chi batte la Repubblica Ceca e va semplicemente ai Mondiali. Che già di per sé non è poco. C’è poi chi, come De Rossi, è straordinario sempre e dallo Juventus Stadium prenota un doppio volo. Sempre per la stessa destinazione: il Brasile. Ma mentre per il primo viaggio c’è ancora da decidere la città di approdo, per il secondo è tutto già scritto: Rio, sede delle Olimpiadi del 2016. Daniele le prenota, come fuori quota. A risparmiare energie neanche ci pensa, ne ha tante che gli avanzano. Appena finito di giocare in azzurro come centrale di difesa prima e centrocampista poi, De Rossi guarda già oltre. Non al Mondiale di cui ha appena conquistato la qualificazione, e grazie al quale sarà il primo romanista di sempre ad averne giocati tre, ma ai Giochi. Con la G maiuscola, l’evento degli eventi, il top dello sport mondiale, di ogni sport. Si è autocandidato, Daniele, come fuoriquota. L’ha detto col sorriso, un po’ scherzando. Ma giusto un po’. Perché esserci gli piacerebbe: «Le Olimpiadi sono sempre state il mio sogno. Ogni volta che ci sono, io mi propongo come fuori quota perché l’Olimpiade è meravigliosa».

E figurarsi quanto gli piacerebbe avere i Giochi qui, a Roma. Nella sua Roma. La battuta sulla presenza nella competizione dei cinque cerchi in effetti nasce da una domanda sulla candidatura di Roma per il 2024. «Mi sono molto arrabbiato quando l’Italia ha rinunciato a candidare Roma per l’edizione del 2020 – le sue parole nel dopo Italia-Repubblica Ceca -, ma capisco anche le motivazioni economiche che giustificavano questa decisione. Ora credo che provarci sia doveroso, Roma farebbe un grande passo avanti. Vivere quell’atmosfera sarebbe un privilegio incredibile».

Nel 2024 Daniele avrebbe 41 anni. Difficile immaginare che possa prendervi parte, almeno da calciatore. Chissà, magari da allenatore. Di certo da tifoso dell’Italia a Roma. Ci terrebbe De Rossi ad una Roma Olimpica, così come ci terrebbe ad andare alle prossime. Anche se sarebbe più giusto dire “tornare”. Perché Daniele le Olimpiadi le ha giocate, ad Atene, ed è tornato a casa con una medaglia di bronzo. Roba che resta, roba che non si dimentica, anche se poco prima si è vinto l’Europeo Under 21, e un paio di anni dopo pure il Mondiale.

Ma l’Olimpiade è l’Olimpiade. Anche se giochi contro squadre poco blasonate. Anzi, forse è proprio lì una parte del fascino. Un fascino al quale Daniele non sa resistere. Lui, l’uomo delle prime volte (gol all’esordio da titolare nella Roma, gol all’esordio con la Nazionale) dovette aspettare la seconda per bagnare col gol i Giochi. Era il 15 agosto del 2004, aveva da poco compiuto 21 anni. Era ancora un ragazzino eppure era già grande. Due minuti e palla dentro con una volée di sinistro. Finì 3-2, fu l’unica vittoria del girone eliminatorio, fondamentale per la marcia verso la medaglia. Di fronte c’era il Giappone, come qualche mese fa in Confederations Cup. Altro gol, ancora decisivo. In mezzo nove anni nei quali Daniele è diventato adulto rimanendo se stesso. Rimanendo quel ragazzo che si diverte a giocare a pallone, per il quale il pallone non è mai fatica. Che se c’è da giocare un’altra partita è meglio.

La prossima è già dietro l’angolo. A Parma, dove Daniele ha già segnato, in Coppa Italia. Era il gennaio del 2007, un gol importante per andare in semifinale. Per poi vincerla quella coppa in una stagione finita col secondo posto in campionato e iniziata con un 2-0 al Livorno con gol di De Rossi, proprio come questa che deve cancellare quella scorsa. Che può cominciare a farlo presto. Parma prima e soprattutto quella dopo. Quando ci sarà la partita che a De Rossi non lo fa stare tranquillo mai. Neanche dopo 10 anni ai massimi livelli, nemmeno dopo due Mondiali e un terzo alle porte. Una partita in cui provare a tenere i nervi saldi, da giocare con una calma olimpica.

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