IL MESSAGGERO Il finale è solo fumo

(L.Pasquaretta/S.Riggio) Quando Ricardo Kakà è atterrato a Linate dopo mezzogiorno, tutti hanno subito capito che c’era qualcosa di diverso rispetto all’estate 2003, quando a soli 21 anni si era presentato tra lo scetticismo generale con un vestito elegante, occhiali da vista, sguardo smarrito e atteggiamento timido. Ieri, invece, è tornato al Milan (biennale da 4 milioni di euro a stagione e maglia numero 22, giovedì la presentazione) quel campione che nel 2009 aveva scelto di trasferirsi al Real Madrid dopo anni di successi in rossonero. L’avventura spagnola non è andata come il brasiliano sognava e dopo molti tentativi falliti di un suo ritorno finalmente ieri in aeroporto un centinaio di tifosi milanisti hanno potuto riabbracciarlo: «È da 15 giorni che pensavo di tornare – le sue parole appena sbarcato -, ho parlato con Ancelotti e ho capito che l’ideale per me era tornare qui. Non vedo l’ora di sentire di nuovo il mio coro a San Siro. Spero di vivere tante gioie con Balotelli come ho fatto con Inzaghi. Ho tanta voglia di giocare, è un anno speciale per me, ci sono i mondiali in Brasile. Mi era dispiaciuto tanto lasciare il Milan quattro anni fa». Intorno alle 19 Kakà è arrivato in sede, entrando da un ingresso secondario per i tanti tifosi presenti e mezz’ora dopo ha lanciato dal balcone la sua maglia numero 22. Ad alcune componenti, relative all’andamento del Milan, è legato il costo del cartellino: se arriveranno ottimi risultati, il club di via Turati pagherà fino a 5 milioni di euro al Real. Il ritorno a Milanello del brasiliano sembrava spingere a una cessione di El Shaarawy al Manchester City. La Bbc aveva parlato di un’offerta da 30 milioni: «Resto al Milan, qualunque offerta arrivi», aveva poi dichiarato il Faraone. Ieri si era parlato di uno scambio Zaccardo-Cannavaro col Napoli, poi nel tardo pomeriggio Galliani ha anche trattato Astori col Cagliari: 8 milioni per la comproprietà, cercando di sbaragliare la concorrenza dell’Everton, ma Cellino ha rifiutato l’offerta rossonera, così come ha respinto tutti gli assalti per Nainggolan, tenendo in organico i calciatori più forti.

LE ALTRE TRATTATIVE
Per tutta la giornata di ieri l’Inter ha cercato di regalare un esterno a Mazzarri. Ma i nerazzurri sono rimasti bloccati dalla mancata cessione di Pereira al Galatasaray. Nel mirino c’erano Marquinho e Isla, ma entrambe le soluzioni sono sfumate col passare delle ore. Nulla di fatto anche sul fronte attaccanti: l’asse Gilardino-Borriello-Quagliarella tra Juve, Roma, Bologna e Genoa è saltato intorno alle 21, nonostante numerosi tentativi fino all’ultimo secondo. In uscita nell’Inter è stato ufficializzato il prestito di Obi al Parma, mentre Kuzmanovic ha rifiutato la cessione in Bundesliga (su di lui c’erano Amburgo e Hoffenheim) e il giovane Olsen il prestito al Brescia. Scambio Juve-Sassuolo: in Emilia va Marrone in comproprietà e a Torino il giovane Berardi, che resterà comunque un anno in prestito nella squadra di Di Francesco, che abbraccia anche Pegolo, Floro Flores e Pucino. I bianconeri hanno girato Martinez in prestito al Novara. Il Catania ha preso il centrocampista Plasil dal Bordeaux e Biraghi dal Cittadella e ha tenuto Barrientos. Il Cagliari si accontenta di Ibraimi del Maribor, mentre il Chievo si rinforza con l’attaccante Ardemagni e il centrocampista polacco Kupisz. Il Verona risponde con Iturbe (arrivato in prestito dal Porto), mentre è saltato il trasferimento di Rubin, che non ha passato le visite mediche. Bjarnason va alla Sampdoria, mentre il Genoa ha preso Stoian dal Chievo, Calaiò dal Napoli e Fetfatzidis dall’Olympiacos . A Livorno arriva Borja, attaccante colombiano classe 1993 e al Torino il portiere Berni.

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