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IL MESSAGGERO Al centro della Roma

De Rossi Strootman

(U.Trani) Pjanic, De Rossi e Strootman: li mettiamo in fila così, perché da destra a sinistra, quando inizia una partita, loro sono sistemati in campo in queste posizioni. E li teniamo vicini per far capire quanto i tre centrocampisti possano determinare il salto di qualità della Roma. Sono punti fermi per Garcia (e lo sarebbero per diversi allenatori, non solo in Italia), ma non sono statici in quella zona. Hanno libertà d’azione e anche di ruolo. Sono intercambiabili nel 4-3-3 e anche adattabili in altri due sistemi di gioco, il 4-2-3-1 e il 4-1-4-1. Sono l’anima e la qualità della primatista che si avvicina al derby. Da loro dipenderanno le fortune del gruppo giallorosso. Lo sa bene il tecnico francese: ha chiesto la conferma di Miralem e Daniele e l’acquisto di Kevin. Per avere il massimo.

FISICITÀ E CLASSE –  E’ già tempo di paragoni. Con il passato, con la Roma di Liedholm e con quella di Capello. Si rivisitano le caratteristiche di Di Bartolomei, Falcao, Prohaska, Ancelotti e Cerezo, come quelle di Emerson, Zanetti e Tommasi. Si cercano similitudini. Ma è il presente a scatenare il dibattito. Per capire se solo Conte, con i suoi campioni celebrati e cambi all’altezza, sta meglio di Garcia. Di sicuro il francese sta messo proprio bene. Con i suoi tre titolari ha i centimetri e i chili per far diga, ma anche i colpi di genio e di potenza per incidere sul risultato di un match. Vidal, Pirlo, Marchiso, Pogba e Asamoah sono calciatori di altissimo livello, ma Pjanic, De Rossi e Strootman, al confronto, non sfigurano. Ben assortiti tra loro, fanno già la differenza. Lì in mezzo la Roma non si può discutere. Anzi c’è la curiosità di capire quanto in quel settore possa crescere.

SINTONIA, GOL E ASSIST –  I tre fanno reparto. Perché sanno cosa fare e come aiutare i compagni. Strootman, da mancino, scarta il ruolo di mezzala destra. Gli altri due si possono sistemare nelle tre posizioni. Garcia sta puntando su De Rossi centrale, conoscendo la sua affidabilità quando fa da schermo alla difesa. Pjanic è dei tre il più offensivo. Spesso avanza e si piazza davanti a Totti. Il bosniaco e l’olandese cercano con più frequenza la conclusione dalla distanza. Ma non ci sono ruoli definiti in partenza: la prima rete della stagione, sempre con un tiro da fuori, l’ha firmata De Rossi, il più arretrato del trio. In ogni partita, fin qui, ha segnato uno dei tre e questo dimostra quanto il centrocampo garantisca punti alla Roma. Per la copertura dietro e per la finalizzazione davanti. Pjanic è, con Totti, quello che sa rifinire meglio. Sua la palla per la rete di Florenzi al Parma. Ma il lancio a Totti, per il gol del vantaggio, è di Strootman. Se il bosniaco disegna per i compagni, l’olandese cancella gli avversari: uno costruisce, l’altro distrugge. Pjanic completa il gioco d’attacco, De Rossi lo inizia. Strootman interrompe quello di chi avanza verso la porta della Roma: non ha bisogno di cercare il contrasto, ma anticipa le intenzioni di chi ha di fronte. Sa sempre quello che fanno gli altri e come far contenti i compagni con il passaggio semplice e il pallone subito giocabile.

OLTRE L’ETÀ  – De Rossi, 30 anni, è il senatore. Ha l’esperienza per guidare il settore, certificata dalle sue 93 presente in maglia azzurra. Ma pure gli altri due, 23 anni, sono nazionali. Giovani e già svezzati. La faccia da duro di Strootman che sta imparando in fretta l’italiano per non essere vulnerabile come Stekelenburg e lo sguardo da artista del bosniaco che cerca la continuità per sentirsi finalmente grande. Solo lui ha bisogno di un contratto nuovo. Presto i dirigenti giallorossi proveranno ad accontentarlo.

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