CORRIERE DELLO SPORT L’Italia del presente è di Capitan Futuro

De Rossi in Nazionale

(A. Santoni) – Nove anni fa, giusto di questi giorni, proprio qui, prendeva forma nazionale (è il caso di dire), e non solo forza e orgoglio romanista, la storia predestinata di Capitan Futuro, al secolo Daniele De Rossi. Marcello Lippi, fresco ct destinato a diventare campione del mondo, lo aveva fatto esordire a Palermo, nell’Italia dei grandi, contro la Norvegia dell’ex giallorosso Carew. Quel 4 settembre 2004, De Rossi aveva 21 anni, ma non per questo evitò di gonfiare le vene del collo nell’urlo del suo primo gol azzurro, regalo prestigioso per il debutto. (…) Ci mise pochissimo a segnare, Daniele, appena qualche minuto in più del centravantone norvegese che aveva gelato la Favorita, fatta esplodere alla fine dall’idolo di allora, Luca Toni, anche lui praticamente al debutto, dopo l’esordio choc in Islanda.

BOMBER – Quasi un decennio dopo il bello è che che tra i due azzurri iridati di Germania c’è un solo gol di differenza: l’attaccante, approdato trentaseienne a Verona dopo una carriera eccellente è arrivato a quota 16, appaiato a Vialli. De Rossi è appunto sotto di uno scalino. Come dire un risultato da centravanti di valore assoluto. Oggettivamente infatti, nessuno come lui, da centrocampista (e ultimamente addirittura da centrale difensivo), ha segnato tanto con la Nazionale, se si eccettua Adolfo Balocieri, mito dell’Italia anni ‘20.(…)

SVOLTA – Un obiettivo possibile, anche perché “incredibilmente” stavolta in azzurro è arrivato un De Rossi lanciatissimo dalle ultime vicende personali di casa Roma e non un giocatore confuso dall’amore-odio che nelle ultime stagioni ne hanno accompagnato il cammino giallorosso.(…)Il suo stato d’animo, al ritorno dalla Confederations Cup, a inizio luglio, era quello di un professionista deciso a voltar pagina. Due mesi dopo De Rossi è consapevolmente e responsabilmente e coerentemente al centro della Roma di Garcia, oltre che della Nazionale. La storia di Capitan Futuro? Secondo noi quella è finita, perché c’è un presente sempre splendente in giallorosso, che è leggenda, non semplice passato, che si chiama Francesco Totti.

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