CORRIERE DELLO SPORT Garcia sorride “Una squadra che dà gioia”

Garcia

(M. Evangelisti) Non sappiamo ancora che cosa Rudi Garcia dica alla sua squadra nell’intervallo delle partite. Qualcosa deve accadere ai bordi del campo perché poi qualcosa accade sempre in campo. Due giornate, cinque gol all’attivo tutti nei secondi tempi. Qualcosa invece continua a non accadere, la perdita della trebisonda che era un classico delle ultime stagioni. (…)

PER IL DERBY – Garcia si è spostato di panchina allo scopo di sentirsi circondato dalla Curva Sud. Che ieri era deserta per le misure antirazzismo. Il resto dello stadio ha cantato a sufficienza, però in questa serata di soddisfazioni speciali l’allenatore avrebbe voluto ascoltare di più e di più sonoro. «La Curva Sud chiusa non mi può piacere. Ma alla prossima partita saranno tutti là ed è una partita importante». (…) «Abbiamo giocato una partita intelligente. Il Verona ha molte qualità, difende bene, va in contropiede. Mi è piaciuta la nostra capacità di essere pazienti. L’importante era segnare il primo gol».

Esisteva un piano dietro la sonnolenza della prima ora. Un piano B«Avevamo deciso di cominciare forte, ma faceva caldo, non si poteva avere il movimento che serviva. Avremmo dovuto giocare di prima, con meno tocchi. Non è facile quando non ci sono spazi, non trovavamo soluzioni. Però ero certo che nel secondo tempo con gli inserimenti degli esterni e dei centrocampisti e maggiori spazi avremmo fatto buone cose. Vincere due partite di fila è un buon inizio, ma per favore restiamo umili e tranquilli. La stagione è lunga. Un buon inizio, sì, nient’altro».

TUTTI CON NOI – Florenzi è entrato sul primo pallone, ha esultato prima ancora di toccarlo, lo ha sfilacciato fuori. Non ci credeva neppure lui. E si è spento. Non secondo Garcia. «Alessandro ha svolto il lavoro che volevo, stancare gli avversari per poi permettermi di inserire Ljajic. Mi raccontano che la Roma negli anni scorsi avesse difficoltà a chiudere le partite che avrebbe meritato di vincere. In effetti fare il break, cioè andare avanti di un paio di gol, è importante per il morale della squadra. Ma tutto è importante nel calcio, il talento non è sufficiente. Serve la voglia di giocare e quello che la Roma sta facendo vedere, ciascuno degli uomini in campo che lavora per i compagni. I ragazzi stanno bene insieme, lavorano molto. Questo entusiasmo è fondamentale per le singole partite e per questa stagione. Viviamo la gioia di giocare insieme, attaccare insieme e difendere insieme».

Sembra una ricetta facile da cucinare. «Facile a dirsi, in realtà. Bisogna giocare con la testa. Vero che il primo gol è stato fortunato, ma quando attacchiamo tanto, entriamo in area, tiriamo da fuori aumentiamo esponenzialmente la possibilità che il gol arrivi. Sono felice per Ljajic e contento per Gervinho, che dà velocità alla squadra. Abbiamo bisogno di riconquistare i tifosi, di convincerli. Quando la gente vede che la squadra gioca come un gruppo unito, determinata, combattiva, di sicuro lo riconosce». (…)

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