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GAZZETTA DELLO SPORT Paulinho: “Non temiamo la Roma”

Paulinho

Paulinho aveva salutato la massima serie sei anni fa. A modo suo, con un gol (27 maggio 2007, Livorno-Atalanta 4-2, insaccò il poker), ma pareva un addio. Era arrivato due anni prima da Caxias do Sul con il passaporto giusto (all’anagrafe è Paulo Sergio Betanin, bisnonni vicentini) ma a sbocciare proprio non sbocciava.
Adesso, se ci ripensa, a Paulinho viene da sorridere: addio un corno, in A ci torna dopo averla conquistata da protagonista. E dopo essere emerso dal gorgo dei prestiti nelle categorie inferiori, che ha affogato più di un talento.

«La mia fortuna è stata capitare a Sorrento. Lì ho cambiato marcia, era il trampolino giusto. Dopo due anni lì sono tornato a Livorno con una voglia matta di far vedere anche lì quanto valevo. E ho attraversato anche momenti brutti, tipo quando mi ruppi l’omero del braccio e dovetti rinunciare ai playoff…».

Rispetto a quando l’ha lasciata, come ritrova la Serie A?

«Migliore, il livello oggi è più alto. Soprattutto per i giovani italiani, ne vedo tanti in giro e sono tutti bravi».

A proposito, ha letto le polemiche per i troppi stranieri?

(ride) «Io ormai sono più italiano che brasiliano, abito qui, non mi tocca. A parte tutto però, mi pare normale: la Serie A resta sempre un torneo importante, tanti vogliono venirci, vi assicuro che in Sudamerica ha ancora tanto appeal ».

Torna in A da leader con il gruppo che ha vinto l’anno scorso: basterà a salvarvi?

«Siamo gli stessi, sappiamo che c’è da pedalare parecchio ma non ci spaventa. Certo, serve qualche ritocco e la società ci sta lavorando, ma noi facciamo il nostro. Anche Nicola in spogliatoio ci ripete sempre: “Non pensate a chi arriverà, pensate a voi che dovete giocarvela” ».

Al fantacalcio comprerebbe sé stesso?

«Non so, dovrei pensarci, costo un bel po’…».

In effetti, doveva essere il pezzo pregiato in uscita…

«Prima di andare in vacanza, Spinelli mi aveva detto che se fosse arrivata un’offerta per me l’avrebbe valutata. È arrivata quella della Sampdoria, ma per lui non bastava. Così sono rimasto volentieri. Ma non parlate di me come di una star: niente singoli qui, conta il gruppo, siamo saliti con questa filosofia…».

E la Roma? Siete pronti per l’esordio?

«Non la temiamo. È una grande squadra, vero, ma noi siamo ben rodati. Sicuro, ce la giocheremo».

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