ORA D’ARIA “Riflessioni sparse” di Paolo Marcacci

Ho sognato di coricarmi con una donna alta e austera, con occhialini dalla montatura sobria. Aveva il profilo di Laurent Blanc.

Al risveglio, me ne sono trovata accanto una piuttosto mediterranea e già arrabbiata, che aveva il ghigno di Rudy Garcia, con un accento ballerino che non sapevo dove collocare. Cosa era successo? Mi sono alzato per fare il caffè, senza gioia, anzi con un po’ di apprensione. Mentre aspettavo che salisse, bussa la portiera, quella nuova (l’altra è appena andata al Fulham): giura di avermi visto in compagnia di una terza donna, ben pettinata, con una messa in piega alla Roberto Mancini.

– Ma guardi che non è possibile, io Mancini proprio non…- però non c’è stato verso: se lo dice, anzi se lo scrive la portiera qualcosa di vero deve esserci…Quasi quasi me ne convinco pure io, è questa la mia debolezza.

Devo chiedere lumi all’amministratore del condominio. Anzi, agli amministratori: nel nostro stabile (stabile?) ce ne sono due e non abbiamo mai capito su cosa siano d’accordo e su cosa invece no. Di certo noi la rata la paghiamo sempre. Salgo all’appartamento del primo: è in casa ma una nuvola di fumo ci impedisce di parlare, dice alcune cose ma non le capisco.

Scendo dal secondo, quello che ultimamente s’è visto un po’ meno: è gentile ma ha la valigia in mano. Gli faccio presente che dall’appartamento di sopra continua a uscire fumo. – Ah guardi, per me ormai solo fumo di Londra…- risponde.

Dovrebbe essere il padrone dell’appartamento a farsi sentire, ma non c’è quasi mai. Torno a casa: non ci sono né la donna austera né quella col ghigno e figurarsi quella col ciuffo. Il letto è vuoto, disfatto.

Mai stato così solo.

Paolo Marcacci

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