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MERCATO ROMA Baldini: “Molti allenatori cercano la Roma. Il mio futuro? Ne parleremo a fine stagione. L. Enrique? Gli hanno fatto pagare l’esclusione di Totti” (VIDEO)

Baldini

La finale di Coppa Italia è alle porte. Sensazioni della vigilia?

“L’umore dei ragazzi è buono, si vede che tutti avvertono l’importanza della gara. Non soltanto per la gara stessa ma anche per la stagione, che potrebbe assumere una luce diversa. Quantomeno migliore rispetto al campionato che non ha dato i risultati che speravamo, non ha mostrato le potenzialità che per larghi tratti della stagione ha dimostrato di poter avere e quindi se non potremo definire il campionato positivo, potremmo definire la stagione positiva se dovesse arrivare la Coppa Italia. E quindi l’obiettivo che ci eravamo prefissi fin dall’inizio, cioè l’accesso in Europa”.

Mille uomini per la sicurezza: un peccato che la finale sia così blindata.

“E’ altro che un peccato, di questo passo si finirà che saranno gli spettatori a loro volta costretti a garantire la sicurezza degli uomini della sicurezza perché il numero si sta invertendo: sono sempre di più gli addetti alla sicurezza e sempre meno il pubblico. Ci sono settori che vanno divisi, quindi posti che si perdono… Difficoltà per avere accesso ai tagliandi. E’ difficile ormai andare allo stadio, e quello che dobbiamo fare noi è renderlo facile”.

Parliamo del suo futuro: è vero che andrà via da Roma per andare in Inghilterra?

“Parlare di questo a tre giorni dalla partita più importante della stagione mi sembra quantomeno inopportuno. Mi chiedono sempre se c’è qualcosa che non va, se sono felice, ecc. E io mi chiedo sempre come qualcuno possa considerare la mia felicità come un argomento importante in  questo momento. Un momento in cui ci si guarda intorno e si capisce che la felicità di tante, troppe persone è quella di poter garantire la cena ai propri figli. E mi accorgo in prima persona del brutto momento, perché quando sono arrivato alla Roma nel 2000 ricevevo 10-15 lettere al mese che mi cheidevano un posto di lavoro alla Roma. Oggi ne ricevo 10-20 al giorno, da persone che cercano qualsiasi tipo di lavoro. E ne approfitto per chiedere scusa: volevo rispondere a tutti, ma dopo un po’ non ce l’ho fatta più. mi sono arreso”.

E’ sicuro al 100% di rimanere a Roma?

“Si è sempre parlato di una mia partenza, anche prima che io arrivassi. Il calcio è fatto così, ci sono i risultati, a volte non ci sono. Io me ne sono sempre ritenuto responsabile perché mi è stata data carta bianca, sono io che ho scelto i miei collaboratori Sabatini e Fenucci con cui fare questo tipo di percorso. E se i risultati o qualsiasi altra cosa non andassero bene io mi sono reso disponibile. Non ho mai detto voglio andare via, non voglio andare via. E per me questa disponibilità significa fare i conti a fine stagione e vedere quello che nel frattempo è stato fatto, di buono e non”.

Il bilancio si farà dopo il derby?

“Nella vita non si può mai escludere nulla”.

Deluso da questi due anni?

“Non lo sono dai risultati e dall’andamento, perché molto abbiamo ottenuto, non solo dal punto di vista della crescita dei calciatori. Sono molto deluso invece al di là di alcune decisioni tecniche che non si sono rivelate azzeccate. Ma sono deluso per il messaggio che non siamo riusciti a trasmettere, abbiamo fatto degli errori di comunicazione. Avrei voluto che passasse di più il messaggio che la nostra società sta privando a fare un cambio radicale rispetto agli anni passati, per gestione economica e anzianità della squadra. Questa crescita, anche se poco evidente dal punto di vista dei risultati (eravamo settimi, ora siamo sesti),  c’è stata. E si vede dall’atteggiamento dei nostri tifosi, che ci hanno appoggiato incondizionatamente, le contestazioni sono state al minimo sindacale e quasi sempre persino educate. Perà non siamo riusciti a dialogare con i media nella giusta modalità, a volte per colpa nostra perché gli affidavamo le colpe dei nostri problemi. Non abbiamo creato un ambiente nel quale sia possibile crescere veramente”.

Un errore che non rifarebbe?

“Ne ho almeno 4 o 5 inconfessabili (ride, ndr)”.

La scelta di Zeman?

“In quel momento eravamo convinti di voler proporre spettacolo alla gente sapendo che non eravamo ancora pronti a poter offrire risultati certi. Ma solo un’aspettativa di risultati. Ci sembrava fosse il momento giusto”.

Forse avrebbe avuto bisogno di un appoggio più forte.

“Qui si entra nel merito delle responsabilità, da dividere con tutti. Non sono tanto uno che cerca colpevoli, piuttosto uno che cerca soluzioni. La colpa del fatto che con Zeman non è andata bene è tutta nostra? Ok, ce la prendiamo, pazienza”.

Luis Enrique, cosa non ha funzionato?

“Un insieme di cose: lo scetticismo inziale, l’iniziale voler lasciare fuori Totti, che qui è una cosa insopportabile, la sua inesperienza… Devo dire che io uscirò da questa vicenda con la consapevolezza di aver incontrato una delle persone migliori nel calcio.

Si è pentito della sua frase su Totti e la sua pigrizia?
Sì, sono pentito per gli effetti e la chiave interpretativa che è stata data alla mia frase. Ero in buona fede, ed era un’esortazione, un atto d’amore, non una critica

Totti è ancora il perno della Roma.
Questa era l’esortazione che intendevo fare. Conoscendo la sua importanza, volevo indicare quanto fosse fondamentale a 360gradi, volevo affidargli un progetto giovane che avesse bisogno di una guida certa

La sua esclusione con Luis Enrique lo ha messo in discussione

Luis Enrique ha pagato proprio questo errore gestionale, probabilmente lui giudicava in base alla forma fisica nel momento dell’allenamento, come dovrebbe fare in genere un allenatore. Ma visto quello che rappresenta Totti per la Roma, probabilmente avrebbe dovuto usare un altro tipo di accortezza”.

La Roma del futuro? Cosa manca?

“Un po’ di consolidamento. Abbiamo messo insieme un bel gruppo di talenti ora va aggiunta forza e personalità, e intendo quella cosa che prima di perdere una partita ti fa dare anche quello che non hai. Quella cosa da cui bisogna prendere esempio dalla Juve. Di talento ce n’è abbastanza, cerchiamo la cattiveria”.

E serve un allenatore che gestisca bene i giovani, come Max Allegri.

“Andreazzoli è sempre stato percepito come una soluzione temporanea da voi, mentre la nostra intenzione era quella di cercare (e lo stiamo ancora facendo) di vedere se lui potrà essere l’opzione giusta. Lui ha fatto un gran lavoro, non solo in termini di punti, ma soprattutto ha cambiato l’andazzo. Abbiamo sempre voluto considerare Andreazzoli come un probabile, possibile allenatore per la prossima stagione e siamo ancora allo stesso punto”.

La Roma però ha in testa il nome di Allegri

“Per carità, come il nome di altri allenatori. La Roma è stata cercata da tanti allenatori perché questi tecnici pensano che la squadra abbia un potenziale importante e si possa far bene. Anche Allegri ha manifestato più volte l’apprezzamento e la stima per la Roma”.

Cosa le piace di più di Allegri?

“Mi piace molto di più quello che ha Andreazzoli in questo momento. Non potete sempre prescindere dall’allenatore della Roma…”.

De Rossi? 

“Il suo futuro è con la Roma. Spero migliore, perché non è stata la sua miglior stagione, direi tormentata. Ma recuperandolo ci darà quel tipo di aggressività e voglia che quest’anno ci è mancata”.

Che Roma vorrebbe?

“La Roma per la quale sono tornata, quella che continuo a costruire fino a arrivare a costruire risultati sempre migliori. Vogliamo competere per un psoto un Champions League, è l’obiettivo e sarà quello stabile”.

Un appello alle tifoserie per far sì che sia una festa

“Più che un appello al buon senso, vorrei dire che è la loro festa, è il loro spettacolo, il migliore degli ultimi due anni. Sta a loro non sciuparlo. Ed è lo stesso messaggio che vorrei arrivasse anche ai giocatori: vogliono voler far felici tante persone. Certo, la Lazio potrebbe voler fare la stessa cosa. Ma essendo la proporzione dei tifosi della Roma molto più numerosa i giocatori della Roma hanno la possibilità di far felici molte più persone (ride, ndr). Deve essere una festa non un campo di scontro”.

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Sono molti gli allenatori che hanno cercato la Roma. Allegri? Sì, anche lui”. Lo dice il dg della Roma Franco Baldini, in un’intervista al sito del Tg1. Il dirigente aggiunge di essere «pentito» di aver definito pigro Francesco Totti, al suo arrivo alla Roma, per come “quella frase è stata interpretata: il mio era un atto d’amore”.

Fonte: Ansa

Nella vita non si può escludere nulla, ma non c’entra la felicità, è solo calcio: non ero ancora arrivato e già si diceva che andavo via”. Franco Baldini, dg della Roma, parla del suo futuro a Donatella Scarnati, in un’intervista sul sito del Tg1. “Questo è il calcio, ci sono i risultati. Io me ne sono sempre ritenuto responsabile, prima di tutto delle scelte dei collaboratori, Fenucci e Sabatini. A fine stagione si fa il bilancio e la stagione finisce domenica. Mai detto voglio andare o restare”.

Fonte: Ansa

“Ringrazierò sempre il cielo per avere incontrato la più bella persona che abbia mai incontrato nel calcio”: così Franco Baldini, dg della Roma,torna sulla scelta di Luis Enrique. “Ha pagato lo scetticismo iniziale e l’inesperienza – ha spiegato al sito del Tg1 -e l’aver lasciato fuori Totti, che come sappiamo qui è insopportabile. È arrivato e ha valutato solo l’aspetto fisico, per come è Roma avrebbe dovuto agire diversamente. E gliel’hanno fatta pagare”.

Fonte: Ansa

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