IL ROMANISTA Stek, Rafael: valzer anche in porta

Rafael Cabral

(D.Giannini) – Dall’Olanda al Brasile, da Maarten Stekelenburg a Rafael Cabral Barbosa. Sembra essere questo lo scenario che si sta delineando per la porta romanista del prossimo anno. Dove, degli attuali giocatori in rosa, potrebbe restare solo Bogdan Lobont che si sta meritando il rinnovo del contratto (dovrebbe arrivare a breve) per quanto sta facendo sia in campo sia fuori.

Un ottimo secondo, Lobont, che vale quasi un titolare e che a Roma sta tanto bene da non fare problemi a restare in panchina. Resta da capire chi sarà il numero 1 (non quello stampato sulla maglia che indossa Lobont), ovvero il primo portiere della stagione 2013-2014. Le strade della Roma e di Stekelenburg sembrano sul punto di dividersi definitivamente.

L’olandese potrebbe prendere il volo, destinazione la stessa di qualche mese fa, Londra. Ma stavolta per restarci. A gennaio infatti sembrava già tutto fatto per il suo passaggio al Fulham, Maarten aveva anche preso il volo per l’Inghilterra, poi non ci sono stati i tempi per chiudere l’operazione e Stek è tornato a casa.

Ma l’interesse dei Cottagers non è mai scemato e stavolta l’operazione potrebbe chiudersi per una cifra attorno ai 5 milioni di euro (era arrivato ad agosto del 2011 per una cifra attorno ai 7 milioni e il costo dell’operazione è stato dunque ammortizzato per 2 anni). Se Stek andrà via, il sostituto sarà con ogni probabilità Rafael Cabral Barbosa, o più semplicemente Rafael, 23 anni lunedì prossimo, portiere del Santos considerato il nuovo Julio Cesar.

Rafael ha avuto un’infanzia non facile, nato nel Barrio Jardim Sao Paulo, cresce in una famiglia molto povera e da piccolo perde anche la madre. Comincia a tirare calci al pallone, preferendo inizialmente il futsal, poi a 12 anni entra nella scuola calcio del San Paolo. Dopo solo 2 anni va a fare un’esperienza formativa nell’Interclub Korea, dalla quale torna per accasarsi al Bahia prima e all’Ituano poi. E’ a quel punto che arriva il Santos che lo prende per l’under 17 e lo fa crescere fino a portarlo in prima squadra. Nella quale esordisce durante una tournée americana in una partita contro i New York Red Bull.

Abbastanza per convincere il club a tenerlo stretto fino al giugno del 2010, quando rimpiazza l’allora titolare Felipe e diventa il numero uno del Santos. Con la squadra che fu di Pelè ha vinto una Copa do Brasil, il campionato Paulista battendo il Corinthians, e poi la conquista della Libertadores in finale contro il Penarol. Insomma, non una prospettiva di portiere, ma un giocatore già pronto per il salto verso l’Europa anche se molto legato alle sue origini, al suo quartiere, dove torna spesso per andare a trovare i vecchi amici.

Non dimentica il passato Rafael, che spesso indossa magliette con disegni o scritte che ricordano le sue origini. Nel giorno di San Valentino dello scorso anno è stato chiamato anche dall’allora ct della Seleçao per il superclasico contro l’Argentina. E’ insomma più di una promessa, un portiere di buon fisico (186 centimetri per 88 chili) e di ottima reattività. Chi lo conosce bene ne mette in risalto l’esplosività e la velocità oltre che la personalità con cui domina l’area di rigore, mentre forse deve ancora migliorare nelle uscite, soprattutto quelle basse. «Non vedo l’ora di andare alla Roma» avrebbe detto agli amici secondo quanto riportato dalla Gazzetta dello Sport. A quanto pare non dovrà attendere più tanto.

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