IL ROMANISTA Okaka: “Mai avuto problemi”

Okaka

(M.Macedonio) – Anche a lui capita di riceverne, e su molti campi. E la cosa non gli fa certo piacere. Parliamo dei “buu”, spesso ma non sempre a sfondo razzista, che ancora una volta – non è la prima e, ahinoi, non sarà purtroppo neanche l’ultima – hanno fatto la loro comparsa su un campo di calcio. Ne parliamo con Stefano Okaka Chuka, classe ’89, origini nigeriane, anche se lui è nato a Castiglion del Lago, vicino a Perugia, dove i suoi, papà Austin e mamma Doris, si trasferirono quando erano ancora molto giovani. L’accento di Stefano è infatti dichiaratamente umbro, anche oggi che vive a La Spezia, nella cui squadra gioca in virtù del prestito dal Parma. Per lui, un passato nelle giovanili della Roma, dove ha percorso l’intera trafila, quasi sempre sotto età, passando dagli Allievi alla Primavera e poi in prima squadra, come attaccante di grande prospettiva, anche se quelle promesse non sono sempre state mantenute. Dicevamo dei “buu” e di come anche a lui succeda di sentirseli scaraventare addosso. «Purtroppo è così – ci dice al telefono, non senza una punta di amarezza. – Capita spesso. Ed è difficile trovare una giustificazione a tutto questo».

Ha visto la partita di domenica sera, Stefano, quella tra Milan e Roma. Quei fischi nei confronti di Balotelli lo hanno sorpreso e non poco. «Sì, perché, per come li conosco, i tifosi della Roma non sono razzisti. Né mi sembra che abbiano mai dato segnali in tal senso. È per questo che mi hanno stupito». Gli ricordiamo le frasi di Franco Baldini a fine partita, quando, a proposito dello stesso Balotelli, ha fatto cenno ad atteggiamenti in campo che possono talvolta risultare provocatori e indurre i tifosi avversari a forme di disapprovazione. Anche se lo stesso Baldini, con un comunicato ufficiale della società, ha ribadito, l’indomani, la ferma determinazione della As Roma a combattere “ogni forma di abuso razziale, da parte di qualsiasi tifoso, inclusi i nostri”, perché “totalmente inaccettabile”.

Termine usato anche dalla neo ministro ed ex atleta Josefa Idem, a commento di quanto successo nella serata di San Siro. Okaka è ovviamente d’accordo con il dg giallorosso. «È un problema che va eliminato dal mondo dello sport, così come va promosso il rispetto verso tutti. Sospendere le partite? A Milano lo si è fatto per un minuto e mezzo, che è forse valso come segnale. Fermarle del tutto farebbe forse sì che nessuno ci riprovi». Quanto al comportamento di Balotelli, talvolta irritante nei confronti del pubblico, Stefano si sente di essere indulgente. «È fatto così – dice – e va forse accettato per quello che è. Certo, se uno non lo sopporta per qualche suo atteggiamento sbagliato o anche per come gioca, è giusto che lo fischi, come fischierebbe qualsiasi altro giocatore. Se non lo si giudica però sul piano tecnico, ma se ne fa una questione razziale, penso che non vi siano giustificazioni di sorta a quelle manifestazioni. E ai “buu” in particolare».

La stagione a La Spezia è andata scorrendo senza grandi patemi. «Tutto bene – dice Stefano. – La squadra è a metà classifica, in una posizione tranquilla. Non so ancora quale sarà il mio futuro, se resterò qui o farò ritorno al Parma». Chi ha fatto ritorno a Perugia sono invece i suoi genitori, che negli anni del settore giovanile in maglia giallorossa, lo avevano seguito a Trigoria. E con loro, la sorella di Stefano, che continua la propria attività agonistica nella pallavolo. Quanto a Stefano, il discorso con la Roma è ormai definitivamente chiuso, dopo la cessione alla società emiliana. Rimangono i ricordi dei tanti anni trascorsi a Trigoria a cavallo dell’adolescenza. Così come nei tifosi resta l’immagine di quel suo gol, di tacco, nei minuti finali di un confronto contro il Siena, nell’ultima partita giocata indossando quei colori. «Anni importanti, e di crescita – dice Stefano. –Difficile dimenticarli».

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