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CORRIERE DELLA SERA Berlusconi diserta la vigilia. Allegri un po’ più lontano

Silvio Berlusconi

(A. Costa) – Impegni personali. Peraltro sconosciuti venerdì sera quando, al telefono con Massimiliano Allegri, aveva garantito la sua presenza a Milanello, fortemente sponsorizzata dall’ad Adriano Galliani. «Il presidentemi aveva comunicato che sarebbe venuto a salutare la squadra, ci teneva a farci sentire la sua vicinanza in un momento importante» ha spiegato il tecnico rossonero. Invece Silvio Berlusconi ha rinunciato alla programmata visita pastorale alla vigilia della sfida di Siena, crocevia di una stagione inizialmente caratterizzata da «diffidenza, curiosità e paura» (copyright by Allegri) e ora, comunque vada a finire, conclusa in gloria visto che, tra terza e quarta classificata, vale a dire tra Milan e Fiorentina (o viceversa) «ci saranno uno o due punti di differenza, troppo pochi per definirla fallimentare, sarebbe un giudizio sbagliato».

Galliani giura che dietro alla retromarcia presidenziale non ci sono «risvolti politici» però fonti vicine alla proprietà riferiscono di un patron poco motivato e dunque scarsamente interessato a benedire le sue truppe calcistiche. Mettendo il faccione a Milanello avrebbe dovuto dire cose che non pensa oppure mettersi la museruola. Meglio starsene coperto e abbottonato e il dettaglio non ci pare incoraggiante, a conferma di quello che, al di là delle smentite di facciata, sanno anche all’asilo nido: Berlusconi non sopporta il suo allenatore. Lo avrebbe potuto congedare al termine della stagione scorsa, dopo quello scudetto gettato nella spazzatura, e non lo ha fatto.

Ora però rischia di essere infilato in contropiede se Allegri, come si sospetta, decidesse di salutare in anticipo la compagnia per abbracciare il progetto romanista come proprio lui (Berlusconi) si sarebbe lasciato scappare qualche giorno fa: «Se davvero il presidente ha detto che andrò alla Roma, spero almenomi abbia fatto un gran contratto visto che mi fa da procuratore. Battute a parte, parlare ora del mio futuro non serve a niente, in questo momento quello dell’allenatore è l’ultimo dei problemi» è stato il mantra a cui si è aggrappato ieri il tecnico livornese accampando la fondamentale importanza della partita di stasera a Siena «in cui avremo mille motivazioni in più ma se ci facciamo prendere dall’ansia ci complichiamo la vita».

«Sarà anche importante rimanere in 11—è stata l’ironica chiosa in riferimento alla sparata di Balotelli e alla suaminaccia dimollare tutto in caso di cori razzisti —. A Mario l’ho detto, sarebbe bene rimanesse in campo. In 10 potremmo avere delle difficoltà. Queste non sono decisioni che spettano a lui». Domani mattina Allegri sarà a Coverciano a tenere una lezione agli allievi del Master (Pippo Inzaghi e Stramaccioni tra gli scolari) poi qualcosa accadrà. «La società sa che cosa penso, io e Galliani ci sentiamo tutti i giorni. Mancano poche ore alla fine della stagione, conta la partita di Siena. Il resto lasciamolo da parte». Siamo alla puntata finale. Da stasera si smontano palco e riflettori.

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