AS ROMA Andreazzoli sceglie Allegri o Mazzarri

Andreazzoli in conferenza stampa

Ce la mette tutta Andreazzoli. Non nega però che adesso va a sfidare petto contro petto proprio i due uomini che si dividono le maggiori possibilità di essere il prossimo anno al timone della Roma. «Allegri e Mazzarri, lo so. Hanno entrambi l’identikit del mio allenatore ideale. La loro qualità è dimostrata dai risultati che hanno ottenuto dovunque hanno lavorato, nel corso dell’intera carriera. Vengono dalla gavetta, sono andati bene in tutte le piazze. Non vedo perché non dovrebbero riuscire a Roma».

Vorrebbe restare dov’è, questo è chiaro e umano. Soprattutto non sopporta il confronto con Zeman. «Sono stato chiamato a salvare una stagione cominciata male. A rivalutare giocatori vicni a smarrirsi. A restituire entusiasmo. Ecco, in questo ho fallito. Ma forse per l’entusiasmo mancavano i presupposti. Il che, sia chiaro, non significa dare la colpa delle sconfitte ai giocatori. Ne ho conosciuti di tecnici che scaricano le responsabilità. Io me le prendo tutte».

Tutte quelle che ritiene sensate, naturalmente. «Mi sono stati attribuiti scelte tattiche sagaci ed errori grossolani. Ma non può essere che a seconda del risultato un’idea sia un giorno geniale e un altro folle. Non ho mai preso una decisione solo per dimostrare che sono bravo, che merito questa panchina. Io non devo dimostrare niente, alla mia età e con il mio curriculum. Piazzarmi in vetrina non rientra nel mio carattere. Chi scrive commenta quanto accaduto. Io devo prevedere quanto accadrà ed è un’altra faccenda. Invece ho fatto cose di cui mi sono pentito. Per esempio togliere Totti a Udine. Appena è uscito abbiamo incassato il pareggio. Avrei voluto rimetterlo in campo».

Già, esistono fratture dello spaziotempo, bivi in cui non si torna indietro. Uno di questi probabilmente è stata la partita con il Chievo. Un altro è il derby definitivo del 26 maggio. «Io voglio vincere la Coppa Italia. Questo è chiaro ed evidente. Ma senza buttare via le partite con il MIlan e il Napoli. Se adesso non siamo in Europa vuol dire che non siamo attrezzati per esserci. Però aspettiamo la fine della stagione per tirare conclusioni del genere. Siamo già usciti quattro o cinque volte dall’Europa League. Poi siamo tornati in corsa e si parlava addrittura di Champions». Stringe in mano il foglietto con la classifica avulsa personale. «Aggiungiamo anche il Chievo alle partite in cui abbiamo sprecato punti. Non è stata una prestazione scadente». Su questo dissentiamo, ma lui precisa la sua tesi:«Meritavamo di vincere e non ci siamo riusciti». La lista dei giorni perduti che ormai è diventata faldone.

Fonte: Corriere Dello Sport

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