MERCATO ROMA Galliani blinda Allegri, Sabatini vira su Pioli

Stefano Pioli

La Roma cerca il nuovo allenatore e l’obiettivo perentorio sarà quello di non sbagliare la terza scelta, dopo i fallimenti di Luis Enrique e Zeman. Ad Andreazzoli, che comunque resterà nello staff tecnico della Roma, verrà chiesto un parere sul suo successore. La prima scelta dei dirigenti giallorossi era Massimiliano Allegri ma, dopo un allontanamento con il Milan, il livornese ha ricucito il suo rapporto con i rossoneri grazie al lavoro di Galliani e dovrebbe rimanere qualora arrivasse terzo.

Alla luce di questo scenario diventa necessario percorrere altre strade. Walter Sabatini è un estimatore di Stefano Pioli, che incontrò due anni fa a Verona per offrigli la panchina giallorossa prima che prevalesse la linea di Baldini, che preferì tentare la scommessa di Luis Enrique. Oggi Pioli sta conducendo il Bologna a una comoda salvezza e appena un mese fa ha rinnovato il contratto con il club emiliano fino al 2015. Per prendere il tecnico Sabatini spera di convincere il Bologna a liberare l’allenatore in cambio di una contropartita tecnica. Una sorta di clausola rescissoria virtuale.

Stefano Pioli ci si trova bene. Ha il culto della lentezza. Dunque è lecito supporre che si troverebbe bene anche nella Roma, il gioco della quale s’invischia facilmente in qualsiasi difficoltà, dalle ragnatele al primo alito di scirocco. Invece Pioli sarebbe l’uomo giusto proprio per la ragione opposta. Perché rimetterebbe in movimento le parti incrostate del meccanismo della squadra. Detesta il possesso palla, il suo calcio è un viaggio continuo. Come la sua vita. Quando era moro e riccio giocava mediano. Il Bologna lo trovò troppo lento per il ruolo e non gli diede altre possibilità. E’ lì che la lentezza affiora. I caffè di Parma, le passeggiate con o senza cane. Il basket, sport cerebrale di pura ricerca degli spazi. Pioli lo studia e per quanto si può nei campi grandi come piazze da parata dove si gioca il calcio cerca di implementarne qualche schema.

Da calciatore non ha sfondato, a parte qualche ginocchio. Proprio e altrui. Poi bisogna mettersi d’accordo su che cosa significhi avere successo. Se non possa bastare, per esempio, giocare 42 partite con il Verona e 154 con la Fiorentina dopo aver sostituito Gaetano Scirea a Tokyo in una finale di quello che ora è il Mondiale per club. Da allenatore sta sfondando da un pezzo. A 41 anni lo chiama il Parma. La sua città. Non è il momento giusto, la società traballa, Pioli anche.

Ora il Bologna è 11º, salvo con ampio margine, e la classifica è una specie di Oscar alla carriera per Pioli. Nel raggio di un punto ci sono tutta la sua esistenza e la sua carriera, pari merito tra Bologna, Parma e Chievo. Il Sassuolo, che si è fatto conoscere anche grazie a lui, sta avanzando verso la massima serie. Al Chievo, Pioli ha riservato solo un anno della sua vita. Abbastanza per mandare in estasi una tifoseria già ben abituata. La quarta miglior difesa del campionato con Andreolli, Sardo e Mantovani…

Oggi sarebbe un azzardo puntare su un nuovo allenatore straniero, considerate le inevitabili difficoltà di ambientamento. Per questo sembrano in calo le quotazioni di Manuel Pellegrini, il tecnico cileno del Malaga, con un passato al Real Madrid, che è stato contattato in passato. Pellegrini tra l’altro ha una clausola rescissoria di quattro milioni. Finora non è mai decollata neppure la candidatura di Laurent Blanc.

Fonte: Corriere dello Sport

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