GAZZETTA DELLO SPORT Il nuovo Stekelenburg si è ripreso la Roma

Stekelenburg

(A.Pugliese) – Quando Romagnoli ha segnato il 2-1 al Genoa, domenica scorsa, tra quelli che hanno esultato di più c’era proprio lui, Maarten Stekelenburg. Un’esultanza vera, spontanea, partecipativa. Una cosa che, nella normalità delle cose, potrebbe essere anche normale e scontata, se non fosse che il portiere olandese fino ad un mese fa era un corpo avulso: dal gruppo, dalla squadra, da Roma intesa come città e ambiente. «Ma adesso con Andreazzoli è cambiato il nostro sistema di gioco — dice il numero giallorosso — Io? Ora sto giocando, per me questo è molto importante».

LA RINASCITA Già, perché nella gestione-Zeman l’olandese era finito dietro le quinte, scavalcato nelle gerarchie da Mauro Goicoechea, una delle scelte che hanno portato nel baratro il tecnico boemo. Maarten (che fin dall’estate sembrava destinato ad un’altra stagione turbolenta) non se è mai fatto una ragione e non si spiegava come fosse possibile che non giocasse (fattispecie che gli aveva fatto perdere anche la nazionale olandese e la fiducia del c.t. Van Gaal). Così tanto, che nei giorni caldi (quelli finali) del mercato di riparazione aveva rilasciato delle dichiarazioni di fuoco («Voglio giocare. E poi non ho capito l’utilità dell’acquisto di Goicoechea»), mirate alla rottura definitiva con il club. Alle porte, infatti, c’era il trasferimento al Fulham, dove il connazionale Jol l’avrebbe accolto a braccia aperte. «Chiedetelo a Zeman perché me ne vado», disse ai tifosi a Ciampino, prima di tornare il giorno dopo a causa dell’impossibilità della Roma (possibile ingresso di Sebino Nela in società, si occuperà di giovani) di portare subito a Trigoria il giovaneRafael Barbosa (Santos).

TIRATO A LUCIDO  Il nuovo Stekelenburg, invece, è tirato a lucido. Scherza, ride, ha ritrovato il buonumore e finalmente parla anche in italiano. O almeno si sforza di farlo. Tutti sintomi di una ritrovata serenità, che nasce dalla rinnovata fiducia in se stesso, che l’ha riportato anche nel giro della Nazionale. E non è un caso che contro il Genoa (Osvaldo si è chiarito con Muzzi, per lo «screzio» pagherà una mini-multa, quella del regolamento interno di squadra), sia stato il migliore dei giallorossi. «Ma no, ho fato solo qualche parata, è già tutto passato — dice lui — La Champions? Per me è un traguardo ancora possibile, il Milan lo possiamo riprendere, ci sono solo 5 punti di distanza. Per riuscirci, dobbiamo provare a vincere tutte le partite fino alla fine». A cominciare da domani a Udine, dove lui dovrà trovare il modo di arginare Di Natale. «Fortissimo. E molto pericoloso. Ma noi abbiamo Totti: giocatore fantastico. E una bella persona». La Roma, adesso, spera invece di rivedere con continuità lo Stekelenburg fantastico del Sudafrica 2010. In tal caso, il d.s. Walter Sabatini ha già deciso: Rafael può aspettare, il portiere della Roma resterà ancora a lungo l’olandese volante.

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