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CORRIERE DELLA SERA Esce Totti, si spegne la luce della Roma: l’Udinese pareggia

Totti

(L. Valdiserri) – La differenza tra le grandi squadre che dominano l’Europa e il campionato italiano può essere riassunta, per farla molto breve, con un dato anagrafico: altrove i giocatori più importanti stanno nella fascia d’età della maturità calcistica (Cristiano Ronaldo, Messi, Rooney, Ribery, Bale…) mentre da noi sono quasi sempre dei meravigliosi campioni che, purtroppo, devono ormai combattere con la carta di identità (Totti, Di Natale, Pirlo, Javier Zanetti…). I primi due di questa lista si sono incontrati ieri sera, ce l’hanno messa tutta ma non hanno potuto sollevare il livello tecnico di una gara povera.

E quando Andreazzoli ha deciso di sostituire il capitano giallorosso, al quarto d’ora della ripresa, nella Roma si è spenta la luce. Forse è un caso e forse no, ma l’Udinese ha pareggiato un minuto dopo l’uscita dal campo di Totti. Nel finale la Roma non è riuscita neppure ad approfittare dell’uomo in più (espulso Heurtaux per fallo su Florenzi) e Osvaldo si è divorato un gol già fatto all’ultimo minuto, sprofondando sempre di più nel suo isolamento. Come direbbe Rino Tommasi, il «personalissimo cartellino » del primo tempo è stato nettamente a favore di Totti, capace di mandare in porta per tre volte Florenzi, bravissimo nell’inserimento e meno nella conclusione.

Sulla terza occasione, però, dopo che Brkic aveva deviato sulla traversa il colpo di testa di Florenzi, è arrivato il tap-in di Lamela. Era il 20’ e per l’argentino il gol numero 12 in campionato. Sembrava il Totti della Roma spallettiana, capace di giocare a tutto campo, senza dare riferimenti alla difesa avversaria e lasciando gli spazi per gli inserimenti dei compagni. Di Natale, invece, si vedeva solo all’inizio, al 4’, quando impegnava Stekelenburg in una difficile parata. Per tutto il primo tempo, però, né Maicosuel né Muriel, schierati dietro di lui nel 3-4-2-1, messo a specchio con quello della Roma, non riuscivano a innescare le combinazioni strette per superare la difesa avversaria.

Era, insomma, una Roma ben poco spettacolare, ma in controllo della situazione, che sembrava avere in mano la gara e i tre punti importantissimi in proiezione europea. Per Andreazzoli pareva una formalità firmare la quarta vittoria consecutiva. Poi la sostituzione di Totti, che stanco non sembrava proprio, forse solo un po’ nervoso (ammonito nel finale del primo tempo dopo l’ennesimo duello rusticano con Danilo). L’ingresso di Osvaldo, tenuto in panchina dopo la sceneggiata per la sostituzione in Roma-Genoa, toglieva alla squadra la qualità della regia avanzata. Peccato ancor più grave in assenza di Miralem Pjanic, l’altro uomo di classe superiore, infortunato. Il pareggio dell’Udinese arrivava conMuriel, fin lì un fantasma in campo, e metteva in fila ben tre errori della difesa giallorossa. Il primo e più grave era di Burdisso, che entrava in scivolata come già successo contro Borriello una settimana prima, e si faceva saltare. Il secondo era di Torosodis che chiudeva in ritardo. Ilterzo di Stekelenburg che si faceva passare il tiro, forte, in mezzo alle gambe. Per la Roma c’era ancora tempo per vincere, tanto più in undici contro dieci, ma non c’era più la qualità.

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