LA REPUBBLICA Lo sceicco tra dubbi e inchieste: “Vedrete, ho le carte in regola”

Consob

(M. Pinci/F. Angeli) – «Vedranno che ho le carte in regola, a tempo debito tirerò fuori i documenti che attestano le mie credenziali»:gonfia il petto, prova a mostrarsi sicuro Adnan Adel Aref Qaddumi, lo “sceicco” di Perugia che vuole mettere piede nella Roma americana. Lo tsunami di domande e dubbi sull’eredità che dovrebbe garantirgli fondi necessari a entrare nella Roma lo ha travolto nelle ultime ore, tanto che la credibilità dell’affare è finita sulla scrivania del procuratore aggiunto Nello Rossi del tribunale di Roma. Lui, Adnan, è convinto che chi ha scoperto le carte dell’operazione volesse sabotarla. Gli inquirenti romani hanno invece aperto un’inchiesta, al momento senza ipotesi di reato, per far luce sull’improvviso rialzo dei titoli del club giallorosso a Piazza Affari dopo l’annuncio della trattativa. Intanto lo “sceicco” di Perugia sosterrà a Roma (niente più viaggio a Boston) nuovi incontri con i mediatori della proprietà americana del club per provare a presentare le garanzie bancarie che assicurino le sue disponibilità e la tracciabilità dei suoi fondi.

Su cui però continuano ad agitarsi tanti dubbi: «Sarebbe un matto se si fosse mosso senza avere le garanzie», assicura chi ne segue da vicino gli interessi. Per ora ha scelto di nascondersi nel silenzio, anche con chi lo intercetta a bordo di una vettura non esattamente scintillante in un autogrill in Umbria. Meglio non rispondere, ancora, a tutte le domande: «L’indagine accerterà la consistenza del suo patrimonio», assicurano i suoi fedelissimi. Eppure i fascicoli aperto dalla procura romana e dalla Consob non possono non mettere in imbarazzo anche un ingenuo Pallotta. Perché il presidente della Roma, con lo “sceicco” ha siglato un accordo preliminare per condividere il pacchetto di maggioranza del club giallorosso. L’imprenditore arabo invece continua a nascondersi: le uniche immagini in circolazione lo ritraggono sulle tribune dell’Olimpico al fianco dell’amico ed ex attaccante di Juve e Torino Michele Padovano, su cui pesa una condanna in primo grado per traffico internazionale di stupefacenti. Aziende dai bilanci non rintracciabili, operazioni fallite nella capitale. Dopo le critiche, avrebbe voluto mandare tutto a monte:«Invece resiste. Per dimostrare che vale». Basterà?

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