IL ROMANISTA Totti e De Rossi per ricominciare

Totti Roma-Inter

(V. Meta) – La metafora del Colosseo l’aveva già usata nella sua prima intervista da allenatore della Roma, Aurelio Andreazzoli, e l’ha ripetuta anche nella sua prima (e lunghissima) conferenza stampa: «Totti e De Rossi li considero due monumenti, per romanità e per tutto quello che rappresentano. Se li innalzo, salgono anche tutti gli altri, se invece li spingo verso il basso, il resto della squadra resta dov’è». La sua Roma, insomma, ricomincia da quei due, «Capitano e Capitan Futuro». E ricomincia sul campo in cui in fondo era iniziato tutto già al suo primo anno a Trigoria, Marassi, dove l’ormai celeberrima emergenza in attacco convinse Spalletti e il suo vice a varare la metamorfosi tattica che avrebbe fatto le fortune della Roma da quel momento in poi: 4-2-3-1 con il Colosseo Totti inedito centravanti.

L’altro momumento, allora appena ventiduenne, aveva cominciato il campionato alternando prestazioni scintillanti ad altre meno brillanti, ma in quel modulo ci mise poco a fare la differenza: «davanti alla difesa è un camion», diceva Spalletti qualche mese dopo. Metafora meno poetica, ma piuttosto efficace. Sette anni e mezzo dopo, riecco Genova per loro. Ai blucerchiati Totti ha già segnato tredici gol in quattordici partite (sono la sua vittima preferita insieme al Parma, affrontato però diciassette volte): niente male per uno che la maglia della Sampdoria ha rischiato di vestirla una quindicina d’anni fa e se non ci fosse stato quel famoso triangolare all’Olimpico, chissà adesso di cosa parleremmo.

De Rossi, invece, a Marassi ha segnato soltanto al Genoa e aspetta il primo gol stagionale, ormai completamente recuperato dopo l’infortunio muscolare rimediato contro l’Inter. «Giocherà tutte le partite, da qui alla fine della stagione» ha detto Andreazzoli, salvo poi aggiungere «se farà bene». Anche perché, ha argomentato il tecnico, dai suoi momumenti si aspetta qualcosa di più: «In quanto icone, nello spogliatoio devono essere di esempio, quindi da loro mi aspetto comportamenti ineccepibili. E loro lo sanno bene». D’altra parte, la Roma ha un gran bisogno di loro, del genio di Totti e dell’anima di De Rossi, per provare a rimettere insieme i pezzi di una stagione compromessa, ma non ancora del tutto. Contro la Samp della vecchia conoscenza Delio Rossi, entrambi saranno in campo dal primo minuto.

Quanto al modulo, Andreazzoli non ha voluto offrire appigli al collega blucerchiato: nella riunione tecnica con la squadra, si è parlato di 4-2- 3-1, ma anche di 4-3-1- 2 e di difesa a tre, soluzione provata anche nel corso della rifinitura di ieri. Sugli interpreti, invece, dovrebbero esserci meno dubbi: davanti a Stekelenburg («vale quanto detto per De Rossi: se farà bene, le giocherà tutte»), dovrebbero giocare Marquinhos, Burdisso e Castan. In mezzo linea a quattro con Torosidis, De Rossi, Bradley e uno fra Marquinho e Florenzi, con Pjanic avanzato sulla trequarti. In avanti, Totti si prepara a tornare centravanti, viste anche le non perfette condizioni di Oavaldo, ancora dolorante per la contusione al ginocchio rimediata nell’allenamento di venerdì. Accanto al capitanto ci sarà Lamela.

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