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IL ROMANISTA A Viareggio rigori maledetti. De Rossi: “Orgoglioso dei ragazzi”

Alberto De Rossi

(V. Meta) – Maledetti rigori. Due anni dopo la Samp di Zaza (non ancora di Icardi, allora riserva di Testardi), sono ancora i tiri dal dischetto a mettere fine al Torneo di Viareggio della Roma negli ottavi di finale, questa volta contro un Torino che sa giocare solo in contropiede, però lo fa proprio bene. Non è bastata la generosa prova di tutta la squadra, protagonista di un primo tempo vivace e combattuto, un po’ meno brillante nella ripresa ma capace comunque di chiudere attaccando. L’amaro in bocca resta, anche perché con le favorite tutte a casa già dopo gli ottavi a cominciare dalla Juve, l’occasione era di quelle difficilmente ripetibili.

Formazione tipo per De Rossi, che ritrovava Matteo Ricci dopo la squalifica e dalla trequarti in su confermava in blocco i quattro delle tre precedenti partite. (…) Al 21’ Federico Ricci cambia gioco per Frediani, stop e destro dal limite che gira poco sopra la traversa. Passano tre minuti e, al termine di un’azione insistita sulla sinistra, Bumba scarica indietro per Matteo Ricci, destro di prima intenzione dove Gomis non può arrivare e 1-0. Il Toro si fa vedere seriamente dalle parti di Svedkauskas soltanto al 38’, ma è sufficiente per fare male: lancio profondo di Astone per Coccolo, controllo e cross basso che trova immobile la difesa della Roma ma non Gyasi, pronto a insaccare con il destro.

Nella ripresa calano i ritmi, anche se la partita sembra avercela sempre in mano la Roma («dai che un altro glielo facciamo», urlano dalla panchina), che sfiora il 2-1 con Frediani e Federico Ricci, il cui sinistro dal limite finisce alto di pochissimo. Il Torino passa al 4-4-2 inserendo Kabasele accanto a Diop, De Rossi si gioca la carta Ferri per uno stanco Frediani, ma il risultato non cambia. Dal dischetto la Roma sbaglia i primi due con Bumba e Matteo Ricci e poi li segna tutti, l’errore di Affinito riaccende qualche speranza, ma Kabasele mette a sedere Svedkauskas e manda avanti il Toro e a casa i giallorossi.

Sorride amaro, Alberto De Rossi, a pochi minuti dal rigore di Kabasele che ha mandato a casa la Roma: a essere arrabbiato con i suoi ragazzi proprio non ci riesce. «Sono orgoglioso di questa spedizione al Viareggio – le sue prime parole -. Oggi (ieri, ndr) hanno fatto una partita strepitosa e non posso che applaudirli per come hanno tenuto il campo dominando contro una squadra forte in tutti i reparti, fisicamente potente e con giocatori, come Diop, che con questa categoria non c’entrano niente. L’ho detto anche ai ragazzi, è chiaro che uscire non può farci piacere, però sono contento di come si sono comportanti, non soltanto oggi ma in tutto il Torneo».

Il tecnico rimprovera ai suoi soltanto la disattenzione difensiva costata il pareggio del Torino: «È stata una leggerezza, su cui evidentemente dobbiamo continuare a lavorare. Sappiamo che quando giochiamo concentrati per tutti e novanta i minuti, possiamo vincere contro chiunque e l’abbiamo dimostrato. Purtroppo poi non siamo riusciti a concretizzare le occasioni che abbiamo avuto e abbiamo finito per pagarlo. Peccato, ma ripeto: sono molto soddisfatto di questo Viareggio».

Oltre che per provare a migliorare il secondo posto della scorsa stagione, il tecnico era partito per la Versilia alla ricerca di risposte da una squadra che in campionato ha alternato prestazioni positive a preoccupanti cali di tensione: «Ho avuto le risposte che volevo e sono assolutamente positive. Abbiamo battuto lo Spartak che per me resta una squadra di categoria superiore, abbiamo messo sotto per novanta minuti il Torino e fatto sei gol al Long Island. Resta il rammarico per la sconfitta con lo Spezia, in cui ci è mancata continuità nell’arco della partita. Ma nel complesso il mio bilancio è positivo». (…) «Il rammarico deve finire oggi – raccomanda De Rossi -. L’ho già detto ai ragazzi nello spogliatoio: da domani (oggi, ndr) si pensa solo alla partita di sabato con il Catania, che per come siamo messi in classifica è più importante del Viareggio».

 

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