IL MESSAGGERO Chi tifa il maestro Zeman non perde mai

Zeman

(M.Nucci) –  «Il risultato è casuale. La prestazione no». Nel 1998 un gruppo di amici aveva scelto questa frase per stampare la prima di una magnifica serie di magliette intitolate ZZ. Erano anni di felicità calcistica assoluta.Andavamo allo stadio a vedere un calcio stellare e a volte folle. Ci emozionavamo per minuti di intensità agonistica mai vista prima. Una combinazione di numeri prese il sopravvento. Quattrotretré, quattrotretré.[…]

Negli anni, molti di noi hanno continuato a seguire le gesta di quest’uomo diventato sigla: ZZ; trasformato in mantra: quattrotretré; incarnato in ideale: onestà. Dovunque fosse nel mondo a insegnare calcio, una musica suonava. La musica di chi ogni giorno sfida se stesso perché è la sfida ai propri limiti ciò che dà il senso più profondo a quel che chiamiamo sport. Finché all’improvviso lo abbiamo visto di nuovo a Roma. Raccontare cosa sia stato in questi mesi è difficile. Tornare allo stadio, per esempio. E sognare un trionfo con ZZ. […]

Giornate intere a soffrire nell’attesa. Dolore dopo rimonte intollerabili. E felicità assoluta per sprazzi di perfezione. Quei 25 minuti contro l’Udinese. I 90 di Roma-Fiorentina 4-2. E gli altri 90 di Roma-Milan, ancora 4-2. L’Olimpico in coro che pareva una festa destinata a non finire mai più. Quel che è venuto dopo, è inutile raccontarlo. Una partenza per l’America tra Topolino e Pippo. Partite di gol falliti a vagonate. Fino a un epilogo dirigenziale di rara pochezza. Adesso c’è chi ripete la solita tiritera su vincenti e perdenti. Come se Menelao e Antiloco non avessero entrambi perso la prima e più famosa fra le gare cantate nell’Iliade. […]

A chi assegnerà la vittoria, il tempo che tutto giudica, è impossibile dirlo ora. Di una cosa soltanto possiamo parlare ringraziando questo maestro di sport. Della disponibilità al rischio. Un atteggiamento ormai rarissimo. Che in ZZ è legge. Scommettere su se stessi, sempre e fino alla fine. A volte vincere. A volte perdere. Una scelta di vita raccontata bene in un aneddoto da uno fra i più belli dei libri usciti su ZZ: Un marziano a Roma. Fine anni ‘90. ZZ arrivò in piscina. Totti, giovane e scanzonato, lo provocò: «A mister, dicono sia un gran nuotatore. Scommettiamo diecimila a testa che nun le po’ fa’ tre vasche sott’acqua?». ZZ si liberò dall’accappatoio, posò la sigaretta, si rivolse a Tommasi: «Damiano raccogli soldi». Un tuffo, la lentezza flemmatica dell’alligatore. Tre vasche. Poi subito fuori, in tempo per riprendere la sigaretta ancora accesa e mormorare alla squadra: «Ci vediamo sui gradoni».

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