GAZZETTA DELLO SPORT Malagò in Lega. Fronte comune per rifare gli stadi

Giovanni Malagò

(M. Iaria) – Scena mai vista dalle parti di via Rosellini. Il presidente del Coni, appena eletto, che varca la porta della Lega, sale al quarto piano e saluta i presidenti di Serie A riuniti in assemblea. Il blitz di Giovanni Malagò, che ha colto al volo la trasferta milanese per il Candido Day e l’invito di Maurizio Beretta, è carico di significati politici, soprattutto pensando alle staffilate della campagna elettorale. «Se dovessi essere eletto — aveva annunciato Malagò – posso assicurare che il calcio non entrerà nella giunta Coni. Quello delle scommesse è un problema solo del calcio, il danno d’immagine che questa disciplina sta facendo gravare sull’intero impianto sportivo nazionale è mostruoso». Giancarlo Abete è entrato lo stesso nell’esecutivo del Comitato olimpico, e comunque Malagò ha spiegato ai club del massimo campionato i motivi di quell’attacco: «La Figc non era tra i miei grandi elettori».

Stadi Tutto chiarito, quindi. Tant’è che durante la visita in Lega, Malagò si è impegnato a fiancheggiare il calcio nella battaglia che, con l’insediamento del nuovo Parlamento, dovrà essere intrapresa per condurre finalmente in porto la legge sugli stadi. «Non è solo questione di scenografia e di stadi vuoti, è un discorso legato allo sviluppo: lo stadio può essere traino e speranza per le nuove generazioni. Lo stadio può essere un elemento di traino in termini di progettualità e speranza per le nuove generazioni». Con queste parole il numero uno dello sport italiano ha fatto breccia sui dirigenti del calcio, che gli hanno tributato un applauso. «Si è parlato del ruolo del grande calcio e dello sport in generale nella consapevolezza che serve l’apporto della Serie A così come quello di tutto lo sport», ha spiegato Beretta. Insomma, si sono gettate le basi per una stagione di concordia, nella quale il Coni e il calcio possano lavorare assieme al rilancio. In un’affettuosa telefonata, Malagò ha riferito al presidente federale Abete l’esito dell’incontro, sottolineandone il clima positivo.

Nomine saltate Peccato che una volta andato via Malagò, la Lega si sia nuovamente accartocciata su se stessa. Il consiglio è andato a vuoto per l’assenza di 5 membri su 10 (l’inibito Preziosi, Cellino in carcere, Lo Monaco decaduto, Pozzo e Cairo) e non ha partorito nemmeno le date della prossima stagione: il campionato 2013-14 si concluderà il 18 maggio, la partenza dovrebbe essere il 25 agosto (o una settimana prima) e la sosta natalizia dal 23 dicembre al 5 gennaio (ma c’è anche l’ipotesi di allungarla). La successiva assemblea non ha approvato nessun punto all’ordine del giorno. Saltate la sostituzione di Lo Monaco, le nomine della fondazione per la mutualità, l’elezione del presidente dei revisori. Non ci si è messi d’accordo nemmeno sui rappresentati della Lega nelle commissioni Figc per le riforme (dalle seconde squadre alla giustizia). Sul tavolo resta il parere della Corte di giustizia sulla compatibilità di Enrico Preziosi con la carica di consigliere di Lega, equiparato a dirigente federale e quindi soggetto all’articolo 29 dello statuto Figc. La Lega non ci sente e vuole che la Federazione riconosca una «specificità» per quel ruolo, aggirando così le sempre più frequenti inibizioni in cui incorrono i dirigenti di società.

Zamparini svolta Fumata nera sui nuovi business da sfruttare collettivamente. In particolare, ha suscitato l’obiezione del Napoli, oltre che di Juve e Inter, il progetto che Panini sub-licenzi alla Giochi Preziosi i diritti per lo sfruttamento multimediale delle figurine (con un’app su smartphone e tablet). L’opposizione gongola: «Lotito e soci si sono impantanati da soli». E si fa forte di un nuovo, vecchio alleato: quel Maurizio Zamparini che, dopo aver votato la rielezione di Beretta, ha appena fatto sapere di non volerlo più.

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