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DA MARCO AURELIO AL COLOSSEO I più e i meno della sfida contro la Juventus

Aurelio Andreazzoli

Nuova rubrica per GazzettaGiallorossa.it, che si sofferma su quanto fatto nel corso dei 90 minuti di gioco, sottolineando positivamente e non, le migliori azioni e giocate messe in scena sul rettangolo verde.

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La mina di Francesco Totti (58′) che apre le acque e la difesa della Juventus per la rete del definitivo 1-0. Un solo uomo poteva lanciare il segnale, un solo uomo poteva sbloccare la partita, un solo uomo poteva prendersi sulle spalle critiche, voci e “riportini” vari, cancellando tutto con una sassata da fuori da antologia, per il bene solo e ultimo della Roma. Alla faccia di chi dice che segna solo su rigore o al massimo da calcio di punizione; il gol alla Viola e alla vecchia signora parlano per lui. Capitano, mio Capitano.
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Bella azione a tinte giallorosse al 7′ di gioco del primo tempo: dribbling a liberarsi in mezzo al campo da parte di Daniele De Rossi, palla per Francesco Totti e assist al bacio per la corsa di Daniel Pablo Osvaldo, bravo a convergere al centro dell’area di rigore e calciare forte con il destro, senza però impensierire Buffon; la sfera termine flebile tra le braccia del portierone bianconero della nazionale.
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L’esordio dal primo minuto di Torosidis. Il greco gestisce bene lo spento Asamoah del primo tempo e impone il maggiore spessore atletico nei confronti di Giaccherini nella ripresa. Buona corsa e soprattutto l’esperienza giusta per giocare senza fronzoli, spazzando anche in tribuna all’occorrenza. Cresce con il passare dei minuti, sfiorando anche un paio di volte il gol nell’ultimo quarto di gara. Concretezza indispensabile.
Il primo tempo tutto; negativo per ritmi, abnegazione e dinamicità. Tanto per la Roma, quanto per la Juventus. Se i bianconeri avevano però dalla loro l’attenuante dello smaltimento delle tossine della trasferta di Champions League del Celtic Park di Glasgow, la Roma aveva potuto lavorare senza problemi e impedimenti nell’arco della settimana. La parte atletica della squadra giallorossa resta rivedibile e ancora con il fiato corto.
Miralem Pjanic e la sua prova ad intermittenza causata probabilmente da una posizione sul campo che non riesce a far uscire nella sua interezza il suo immenso talento e la sua classe. Per non perdere il giocatore, renderlo determinante all’interno del sistema di gioco romanista è uno degli obiettivi principali per la prossima stagione e per il prossimo tecnico che siederà sulla panchina della Roma.
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L’impegno mostrato in questa serata. Se da un lato galvanizza il pubblico per il meritato successo sui bianconeri, che mancava dal 2004, dall’altro fa accrescere i rimpianti per l’andamento del campionato. Gente come Osvaldo, Marquinho, Lamela, dimostra che se vuole può gareggiare ad altissimi livelli e far togliere soddisfazioni importanti a questa piazza, salvo mostrare in ogni partita i famosi “Occhi della tigre”.
A cura di Rocky & Apollo
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