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CORRIERE DELLA SERA Pallotta mette fretta allo sceicco

Zanzi e Pallotta

(L.Valdiserri) – James Pallotta vuole «il versamento del corrispettivo» da parte dello sceicco Adnan Adel Aref al Qaddumi entro il 14 marzo 2013, ma la risposta potrebbe arrivare anche prima. Nel frattempo, la Roma sul campo è tornata a vincere ma i tifosi restano con le loro preoccupazioni. Un po’ come è successo con le elezioni politiche, ora temono che anche nella società giallorossa possano ritrovarsi tre «partiti» destinati all’ingovernabilità: i bostoniani, lo sceicco e Unicredit, infastidita (eufemismo) dalla vicenda.

La AS Roma Spv Llc, socio di maggioranza di Neep Roma Holding S.p.A., ha emesso un comunicato per informare che «il potenziale partner è stato oggetto di un’attività di due diligence sulla disponibilità di risorse finanziarie e che il processo continuerà sino alla chiusura dell’operazione ». Un controllo dovuto—tanto più che Unicredit aveva bocciato a suo tempo una proposta di al Qaddumi — ma nel comunicato si precisa pure che lo sceicco «non ha rilasciato formali garanzie con riferimento all’esecuzione delle proprie obbligazioni. L’unica condizione per la chiusura dell’operazione è l’effettivo pagamento del prezzo dell’investimento effettuato. Indipendentemente dall’esito della trattativa, James J. Pallotta continuerà a mantenere la gestione delle operazioni di As Roma Spa».

In sintesi: mancano ancora i fatti e, in ogni caso, Pallotta resterà al comando. Ma perché al Qaddumi (che ieri ha fatto visita alla Deloitte) dovrebbe versare decine di milioni per non comandare? Dal suo entourage è filtrato, al contrario, che dovrà essere data la vicepresidenza allo sceicco (al posto di Tacopina) e trovato un posto da direttore sportivo a Michele Padovano, suo tramite nell’affare. Ma da dove arrivano i soldi dello sceicco? Dal fondo Philadelphia Capital, verificato dalla due diligence americana. La domanda, semmai, è se sono a disposizione di al Qaddumi e in quali tempi. Italia Oggi, nei giorni scorsi, ha pubblicato i nomi delle tre società riconducibili allo sceicco: Amyga (petrolio, nessuna traccia di bilanci negli archivi della camera di commercio); Amyga Oil & Gas (holding di partecipazioni di cui si conosce un’investimento di due milioni di dollari per rilevare il 54% di una società di diritto saudita); Technofin (holding di partecipazioni nata nel 2003 che risulta oggi inattiva e senza traccia di bilancio).

Sulla trattativa la Procura di Roma ha aperto un’inchiesta per insider trading e aggiotaggio, priva finora di indagati, e ha chiesto alla Consob una relazione sull’attività di vigilanza a fronte dell’anomalo andamento del titolo in Borsa (ieri -5,20% dopo l’eccesso di rialzo dei giorni scorsi). Sulla vicenda potrebbero essere sentiti come testimoni alcuni responsabili della Roma. Gli inquirenti vogliono scoprire se qualcuno ha speculato sulle azioni del club dopo le voci di un possibile coinvolgimento dello sceicco arabo.

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