AS ROMA Stekelenburg, De Rossi, Osvaldo e la forma fisica che non c’è: quattro spine per Andreazzoli

De Rossi

Tra una partita di golf e un po’ di relax, anche Zeman ha assistito alla sconfitta della Roma in quel di Marassi. E contro la Sampdoria sono tornati a galla vecchi errori e problemi di fondo di una squadra senza carattere, mal sorretta da una forma fisica indecente. La Roma si scioglie nei secondi tempi, cede di schianto. Gli errori del boemo nelle scelte tattiche e nelle relazioni con i calciatori hanno portato al suo esonero ma i mali da lui denunciati più o meno direttamente sono riemersi.

L’andata e ritorno a Londra non ha fatto bene a Maarten Stekelenburg, tornato titolare dopo i tragicomici errori di Goicoechea con Bologna e Cagliari. A Genova però l’olandese ha responsabilità sul gol di Sansone e pecca di reattività anche sul colpo di testa di Icardi. Attenzione però a cambiare di nuovo il portiere, sarebbe un errore. Stekelenburg resta il portiere più bravo in rosa e l’inattività degli ultimi mesi non lo ha agevolato contro la Doria. Ora però, dopo diciotto mesi in giallorosso, deve dimostrare di essere il portiere vice-campione del Mondo.

A centrocampo De Rossi si è ripreso il posto nel quale Zeman spesso gli ha preferito Tachtsidis. I risultati però sono stati pessimi. Il centrocampista di Ostia è apparso palesemente fuori forma, non ha nelle gambe il ritmo partita dopo più di qualche acciacco patito tra novembre e dicembre e le poche partite disputate. Anche in Nazionale era apparso in difficoltà, ma solo giocando potrà recuperare la forma migliore. Società, allenatore e compagni dovranno restituirgli centralità e serenità perdute.

L’episodio forse più grave della sconfitta di Marassi è il rigore “scippato” da Osvaldo a Totti sbagliato oltretutto dall’italo-argentino. “Totti è il rigorista da 20 anni” ha commentato Andreazzoli a fine partita. Il numero 9 giallorosso oggi subirà una dura reprimenda dal tecnico e dalla società e intanto ieri su Twitter ha chiesto scusa ai tifosi e a Totti, assicurando di non voler mancare di rispetto a nessuno. Mai era successo al Capitano di ritrovarsi in una situazione del genere, lui uomo guida da sempre di questa squadra.

Infine la posizione in campo della squadra stessa, che nei secondi tempi si sfilaccia totalmente, si allunga e perde le distanze. Colpa di una condizione fisica approssimativa. Gli avversari ormai hanno capito: devono resistere la prima mezzora al forcing della Roma per poi punirla negli altri sessanta. Le doppie sedute però sono state eliminate…

Fonte: Corriere dello Sport

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