LA REPUBBLICA A Trigoria si firma l’armistizio. Faccia a faccia a pranzo, Zeman resta

Zeman

(M. Pinci – L. Serafini) – Avvolti dai dubbi e dal freddo di Trigoria, Sabatini e Baldini hanno seguito quasi immobili l’allenamento di ieri pomeriggio. I motivi per risanare la frattura li hanno però individuati altrove: Zeman è ancora l’allenatore della Roma. Il D-Day di Trigoria inizia con nubi dense intorno al futuro del tecnico e finisce con una certezza soltanto per il presente. “Continuiamo insieme le nostre battaglie“, l’annuncio, stridente rispetto alle frasi di 24 ore prima, del ds Sabatini. Ma fino a quando?

In fondo le ultime 48 ore avevano prodotto contatti infruttuosi con altri allenatori, e tentativi di mediazione con il boemo. L’unica strada per proseguire il cammino insieme, in fondo l’obiettivo di entrambe le parti. E allora, dopo un allenamento con 14 giocatori e forfait in serie per piccoli e medi guai di varia natura, il pranzo diventa il momento in cui sedersi a parlare: alle 12.30 Zeman viene convocato negli uffici della dirigenza. Ad attenderlo lo staff al completo, da Baldini al neo ad Zanzi, da Sabatini a Fenucci. 

Perché le frasi di sabato? Credi ancora nel progetto?“. La prima risposta è una spiegazione: “Volevo la società fosse più dura con i giocatori e dare una scossa al gruppo“. Ma al management in questo momento interessa principalmente “difendere l’asset calciatori”. E allora, il via ai paletti per proseguire una convivenza quanto più possibile pacifica “e ritrovare credibilità”. A Zeman è stata chiesta maggiore chiarezza nei confronti dei leader esclusi senza alcuna spiegazione: garantire unadiversa considerazione a Stekelenburg – che inevitabilmente si rifletterà anche sul suo impiego – e a De Rossi, oggi tornato in campo dopo aver in un buona parte smaltito l’infortunio alla coscia. Due patrimoni deprezzati dagli ultimi mesi.

Inevitabile accettare condizioni e limitazioni per Zeman, vincolate all’idea di “fare l’allenatore e non più il guru“. Lessico spiccio in conferenza, dove il boemo ha garantito che si parlerà di calcio. Poi, mentre dopo il secondo allenamento i giocatori stravolti – con i brasiliani addirittura storditi dalla girandola di sensazioni in poche ore – fuggivano verso casa per dimenticare la giornata, altri due colloqui dell’allenatore: con Sabatini, per parlare delle condizioni fisiche di alcuni, in particolare di Balzaretti (out 15-20 giorni), a seguire a rapporto da Baldini. E la fuga a casa senza parlare: “Quello che ho da dire lo dirò in conferenza“. Dimenticando il folle D-Day di Trigoria.

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