IL TEMPO “Baldini resta fiducioso: possiamo arrivare terzi”

Baldini

(E. Menghi) – Il prima e il dopo di Franco Baldini hanno la stessa faccia. Volto sereno e voce rasserenante: «La squadra ha le qualità per ambire al terzo posto. Poi, ci sono altri fattori come l’inesperienza, gli infortuni, le squalifiche, che possono non fartici arrivare. Abbiamo incontrato una grande serata di Cavani ed è andata così». L’obiettivo che sussurra dopo il 4-1 l’aveva già dichiarato pochi minuti prima che il San Paolo diventasse una bolgia: «Fin dall’inizio del campionato – confessa a Sky Sport – siamo convinti di avere una squadra che dal punto di vista qualitativo possa competere, poi dipende dal tempo necessario per mettere insieme calciatori nuovi e giovani. È chiaro che dopo le sconfitte sembra tutto più nero, ma sapevamo che avremmo avuto alti e bassi. La squadra ha tutte le caratteristiche per competere fino alla fine».

Insomma, Baldini ci crede davvero. La Roma è inciampata in una serata storta, complice un’altra notte magica di Cavani: «Ha marcato De Rossi a tutto campo, ha segnato, cosa gli si può chiedere di più? È un giocatore senza fronzoli, ma tremendamente cinico. Il primo gol ha fatto la differenza, perché ha permesso al Napoli di fare il suo stile di gioco preferito. Nonostante il risultato, la squadra ha giocato bene e siamo stati anche un po’ sfortunati. Qui possono perdere tutti, non sono amareggiato». Niente scusa del jet lag: «Fatica dopo il ritiro in Florida? Nella misura in cui i viaggi possono incidere, ma credo che questi rischi possono essere stati compensati dal fatto che la squadra è stata insieme e ha fatto molto gruppo. Se c’è stato qualche dispendio in più, c’è stata anche una corroborazione morale».Osvaldo è stato l’unico esentato dalla tournèe, ma Baldini ci tiene a sottolineare che la sua assenza era giustificata e concordata con la società: «Non si tratta neanche di parlare di caso rientrato, perché non è mai nato. Il ragazzo ha avuto un’influenza virale, i dottori sono stati in contatto con lui in Argentina. Al contrario, nel momento in cui qualcuno aveva dubitato della realtà dei fatti, la squadra si è schierata in maniera univoca nei suoi confronti. All’interno del gruppo è stata un’ulteriore dimostrazione». L’annuncio dello stadio è arrivato, il nome è ancora tabù: «Roma è così tanto piena di simboli iconici che se uno disegnasse un’ipotetica skyline della città non avrebbe solo 2-3 punti di riferimento, ma potremmo star qui per ore a elencarne. Lo stadio della Roma deve essere qualcosa che si conquista il diritto di far parte dei monumenti identificativi della città».

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