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IL ROMANISTA Zeman-Baldini, scintille

Baldini Zeman

(V. Meta) – Una vittoria sfiorata tanto quanto una sconfitta. La Roma che torna da Bologna con un pareggio che solo chi non è romanista può aver trovato divertente, si scopre alle prese con i guai di sempre: occasioni sprecate, disattenzioni difensive e mancanza di lucidità sotto porta, uniti a un errore dell’arbitro che non vede il fallo da rigore su Pjanic. A tutto questo si aggiungono le inquietudini di un gruppo che, per ammissione del suo stesso tecnico, non sempre riesce a fare quello che dovrebbe. Così nel dopo partita del Dall’Ara si finisce per tornare al discorso disciplina, che aveva tenuto banco alla vigilia: «Volete tornare sulle dichiarazioni di ieri (sabato, ndr), ma non ci torno. Sono stato già abbastanza chiaro, finito. Se mi sento sicuro di finire la stagione qui? Sono domande sciocche, hai mai visto uno che si sente sicuro? Io sono sempre a disposizione della società. Io parlo con la società, dobbiamo andare avanti e migliorare le cose che non vanno, basta che uno se ne accorge».

Anche perché, precisa Zeman, «io non ce l’ho con nessuno, voglio migliorare la squadra e i risultati e ognuno ha i suoi metodi. Ho basato tutta la mia carriera sul lavoro e la voglia di migliorare». Quanto alle regole scritte, «non ne voglio parlare, non sono cose da fare fuori. Quando ci sarà ne parleremo». Questione controversa, quella del regolamento, visto che prima della partita il direttore generale Franco Baldini, commentando la conferenza di Zeman aveva detto:«La disciplina non si ottiene attraverso regole scritte che per altro ci sono, la disciplina dipende dalla credibilità che si ha verso il proprio ambiente, dagli esempi che si riescono a dare e dai comportamenti che si riesce ad ottenere. Noi siamo contenti dei nostri calciatori, a parte un paio di episodi di incontinenza verbale, un paio, che comunque mi pare riguardino anche i dirigenti, il comportamento della squadra è da sottoscrivere. Quello di Zeman è un invito a fare di più e noi lo sottoscriviamo. Una squadra con questo potenziale tecnico decisamente può aspirare a più del settimo posto in cui ci troviamo ora. All’interno di una struttura è sempre meglio essere avvocati difensori che giudici perché tanto il tempo in cui verremo giudicati verrà. L’invito di Zeman va accolto come tale, come un invito a dare tutti di più».

Bisognerà fare di più sicuramente sul campo: « In svantaggio si poteva fare anche peggio… – ha detto il tecnico -. Sono partite di calcio, sui due vantaggi ci siamo fermati e noi non riusciamo a gestire. Peccato, era l’occasione per fare meglio, nel finale ci siamo di nuovo lasciati sorprendere. Ho visto una partita non buona per distrazione ed errori sui passaggi facili. È mancata concentrazione, ma la voglia non la discuto. Sui tre gol loro eravamo sempre in superiorità numerica. Visto il numero di errori da una parte e dall’altra, direi che il pareggio è il risultato più giusto. Ci siamo svegliati troppo tardi pensando che si giocava alle 15 invece si giocava alle 12.30».

Errori piuttosto evidente nella fase difensiva, portiere incluso:«Abbiamo sbagliato come reparto a prescindere dal gol in cui uno passa sotto su una palla alta. Ci sono stati errori di valutazione delle situazioni e sono errori su cui prendi gol. Credo che Gabbiadini fosse in fuorigioco e noi lo abbiamo rimesso in gioco col nostro movimento. Se uno è davanti è inutile corrergli dietro, vai in difficoltà. Comunque la nostra difesa ne ha presi tre come la loro. Se stiamo cercando Viviano? No, è fantasia». Nota positiva la prova di Tachtsidis in un momento difficile per l’ex Verona, e anche l’esordio di Torosidis: «Per me Tachtsidis gioca sempre così, non tutti se ne accorgono. Goicoechea sui gol poteva fare poco, forse ha mancato il tempo su qualche uscita alta. Torosidis è entrato in un buon momento e si è inserito bene, anche se non abbiamo chiuso i suoi suggerimenti in porta, in fase difensiva ha sofferto come tutta la squadra». Chiusura sugli obiettivi: «Giochiamo partita su partita, abbiamo recuperato un punto su un’avversaria e dobbiamo giocare altre 16 partite. Dobbiamo provarci, ma dobbiamo migliorare per superare le avversarie che abbiamo davanti» 

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