(S. Romita) – La Roma ha giocato male. Non ha fatto pressing. Non era proprio connessa alla gara. Non ho capito inoltre se su Pandev, giocatore che non a caso temevo di più, ci dovevo andare io o c’era qualcuno delegato nella marcatura. Certo loro avevano Cavani e noi Destro. Ma non è stata questa la differenza. La differenza è che con Destro le difese si possono distrarre. Con Cavani no. Crescerà. Ma si sbrighi. Per la prima mezzora credo di aver visto la Roma più paurosa e incerta di tutta la mia vita da tifoso. Poi qual cosina si era iniziato a intravedere. E mi ero calmato. E mi sono anche fatto due passi per smaltire la rabbia. Ci credevo nel secondo tempo. “Ora fa entrare Osvaldo e cambia tutto”, mi dicevo. E invece Zeman ha atteso. E io pure. Perdonatemi. Non so accettare le sconfitte. E’ un mio limite. Non le sono prendere con filosofia. Soprattutto se arrivano non per lo strapotere degli avversari ma per nostre mancanze, per errori grossolani e imperdonabili.
Con Destro, Bradley e Lamela mi sono incavolato per tutta la partita. Non hanno portato i piedi al San Paolo. Non si sa dove li hanno lasciati. Speriamo non in America. Destro si è mangiato delle belle occasioni, anche se sull’ultima, prima di essere sostituito, c’era un rigore poco discutibile che Tagliavento avrebbe dovuto fischiare. Me la sono presa anche con Piris e Balzaretti ma il primo un paio di cose le ha fatte. E sui loro piedi comunque non si può infierire più di tanto. Ma alle 22.46 mi sono cadute le braccia.Non si può accettare che si possa sbagliare davanti al portiere il gol che avrebbe riaperto la partita. Lamela prima, Bradley poi sono apparsi inadeguati e stonati. E hanno fatto fare un immeritato figurone a De Sanctis. Che ha fatto sceneggiate napoletane per tutta la partita. Poi è entrato Osvaldo. La partita un po’ si è illuminata. Sa dove andare e dove prendere il pallone. Non c’è bisogno che ve lo dica io. Si vede. E così passerò la notte di questa prima sconfitta del 2013, e mi auguro con tutto il cuore ultima, a immaginare che cosa sarebbe accaduto con la “bestia” in campo fin dal primo minuto. Non lo so, forse nulla di tanto diverso. Forse si. Ragionamenti di un tifoso ferito. Di uno che ha tanti amici napoletani che lo attendono fuori dalla porta di casa. Di uno che non ci vuole stare e va in puzza. Il campo? La strategia di Mazzarri? La velocità del contropiede partenopeo? Tutto vero e tutto discutibile. Ma il 4–1 per me è colpa nostra e non merito loro. Ora si deve ricominciare, e non è difficile. Siamo sempre lì. Abbiamo perso una grandissima occasione per puntare in alto. Riproviamoci. C’è tutto il girone di ritorno. E a questa Roma ci credo. E’ forte e vincerà. Quanto a Cavani…lo attendo all’Olimpico, per fargli perdere lo scudetto. Me la sento così. Me la sogno così la partita di ritorno.