GAZZETTA.IT Roma, troppi gol sbagliati Gomez castiga

Catania-Roma Marquinho

(E. Pozzoni) Giallorossi bene nel primo tempo, ma Destro sbaglia troppo. Nella ripresa il gol dell’argentino. De Rossi e Totti in panchina

Sempre sull’ottovolante, ma stavolta nella parte bassa, a testa in giù. Dopo la sosta e le gite a Disneyworld, per la Roma sono arrivati due k.o. di fila: prima il Napoli, ora il Catania. Catania che rimane tabù per la Roma, Zeman e Totti. Al Massimino decide Gomez, che punisce una disattenzione difensiva dei giallorossi nella ripresa. I siciliani si confermano temibili in casa e salgono a quota 29 punti. Si dispera Zeman (mai vinto a Catania): i suoi giocano bene, nel primo tempo, ma sprecano troppo. Poi si sfaldano, si innervosiscono e non riescono più a reagire.

SCELTE — All’andata era finita 2-2, con il gol di Nico Lopez nel finale, che in queste ore è protagonista con la sua nazionale nel Sudamericano under 20. Alle assenze di Osvaldo (infortunato) e Pjanic (squalificato) si aggiunge quella di Totti, che dopo il provino si arrende definitivamente all’affaticamento alla coscia sinistra. Spazio a Marquinho. In panchina accanto al capitano (che non può porre fine alla “maledizione” del Massimino, unico campo di A, con quello di Pescara, in cui non ha segnato) c’è De Rossi: Zeman gli preferisce Bradley e Tachtsidis. Altra sorpresa, in difesa: fuori Marquinhos, dentro Burdisso. Meno rompicapi per Maran, che conferma la solita formazione: sette su undici gli argentini, tra cui il tridente Gomez-Bergessio-Barrientos.

GOMEZ C’È — I piedi buoni non mancano, il ritmo è altissimo: ne viene fuori un primo tempo vivace e tirato. La Roma è aggressiva: pressing e verticalizzazioni immediate. Il Catania risponde nell’unico modo possibile: linee compatte dietro e squadra che si apre a ventaglio in ripartenza. La tattica di Maran funziona quando la palla arriva subito a Gomez. El Papu è il più in palla dei suoi e manda in difficoltà Piris e Burdisso, quando ha spazio. Intorno alla mezz’ora ci prova due volte: diagonale a lato e destro violento che trova un po’ sorpreso Goicoechea, che mette in corner con i pugni.

CHANCE — Per il resto del primo tempo, però, c’è solo la Roma. Zeman l’aveva detto, alla vigilia, a proposito dell’andamento della sua squadra: “Non sempre i risultati corrispondono alle prestazioni”. Sembra un manifesto del match. I giallorossi hanno il merito di non abbassare mai la tensione: come in un incontro di scherma, una stoccata dietro l’altra. La difesa di Maran regge finché può, poi il leit-motiv diventa l’imprecisione della Roma negli ultimi metri. Il simbolo è Destro: in palla, ma senza la freddezza che si chiede al terminale. Nei primi 45’ potrebbe segnare (almeno) tre volte. Bravo quando si libera da fuori e sfiora il palo; sfortunato quando non trova la porta dopo un rimpallo in area; maldestro quando sparacchia a lato da due passi, dopo una corta respinta di Andujar. Ci provano anche Florenzi (colpo di testa a lato su intuizione di Tachtsidis) e Bradley (destro sballato da posizione favorevole, ma era in offside). Zeman si sbraccia, proprio mentre il pubblico del Massimino saluta con un boato il gatto nero che s’aggira vicino al campo.

LA BEFFA — I presagi della beffa ci sono tutti e si materializzano, guarda un po’, al 17’ della ripresa. La Roma si fa trovare distratta dopo un cambio e viene punita sulla verticalizzazione di Bergessio per Gomez: bello il tocco sotto del Papu sull’uscita disperata di Goicoechea. Il gol mette fine alla bella gara della Roma. La squadra s’innervosisce, si sfalda, e non riesce più a imporre il suo gioco. Nel finale Andujar salva su Dodò, che chiede anche un rigore. L’episodio è da rivedere, ma non basta. Anche perché il Catania sfiora due volte il raddoppio. Totti e De Rossi assistono sconfortati dalla panchina ai minuti finali. Così come Zeman, che si guarda intorno sconsolato, forse cercando Nico Lopez.

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